Gregorio Mariggiò: “La protesta non si ferma qui”
Oltre cinquecento ambientalisti di Avetrana, Manduria ed Erchie, partiti con dieci pullman alla volta dei capoluogo regionale, hanno manifestato ieri a Bari il proprio dissenso verso la soluzione progettuale relativa al recapito finale dei reflui e la loro rabbia per la scarsa attenzione riposta verso tale istanza dalla Regione Puglia e dall’Acquedotto Pugliese. Una protesta rumorosa e colorata, che è andata in scena sotto la sede della Regione Puglia, in via Capruzzi, volutamente lontano, ovvero, dalla sede dell’assessorato regionale ai Lavori Pubblici, in cui era in programma in secondo confronto fra Regione e Comuni in quindici giorni.
Nel mirino degli slogan del sit in, con relativo blocco del traffico automobilistico, principalmente il governatore Vendola, accusato di aver sempre ignorato le richieste dei cittadini, racchiuse peraltro in ben 14 delibere approvate all’unanimità da altrettanti Consigli Comunali dei centri interessati dalle conseguenze nefaste dello scarico a mare dei reflui depurati con le tecnologie della Tabella 1-2, ovvero semplicemente frullati e poi indirizzati, attraverso la condotta sottomarina, nel tratto di mare antistante la località Specchiarica.
In attesa delle notizie che arrivavano, a singhiozzo, dalle delegazioni degli amministratori di Avetrana, Erchie, Manduria e Sava presenti all’incontro con gli assessori Giannini e Nardoni, gli ambientalisti hanno ribadito la loro determinazione a non recedere di un passo da questa lotta.
Al ritorno, però, in tanti erano imbronciati.
«Hanno ripetuto quanto ci vanno dicendo da anni: Tabella 4, riuso in agricoltura delle acque depurate, l’impegno dell’Arneo ad assorbire i 90 litri al secondo di acque sanificate» è l’opinione del segretario provinciale dei Verdi, Gregorio Mariggiò. «Anche l’impegno a sospendere i lavori sino all’8 settembre è una presa in giro. La Valutazione di Impatto Ambientale contiene, di per sé, una prescrizione in tal senso: nei mesi estivi i lavori non vanno eseguiti. Cosa ci hanno concesso, allora? Ero con la gente e non ho difficoltà a dire che molti di loro non volevano rientrare a Manduria per proseguire la protesta a Bari. La lotta non finisce qui. La condotta sottomarina non la vogliamo».
Al rientro a Manduria, tutti i manifestanti si sono riuniti sotto il municipio del Comune per discutere sulle prossime iniziative di lotta da mettere in cantiere.
“Siamo partiti e non ci fermiamo, lo scarico in mare non lo vogliamo” è stato uno degli slogan più gettonati della mobilitazione barese di ieri.
La protesta, sicuramente, continua. Il traguardo finale è ancora lontano.