L’intervista a Francesco Di Lauro
«Quel documento sottoscritto dai tre sindaci a Bari, al termine del confronto con l’assessore regionale Giannini, stride ancora una volta con l’intelligenza della gente mobilitata contro il recapito in mare dei reflui del depuratore consortile».
Anche alla vigilia del Ferragosto, nel versante orientale della provincia il tema predominante è sempre quello della vertenza-depuratore. Francesco Di Lauro, responsabile dell’associazione “Azzurro Ionio” oltre che attivista del WWF, fa notare le contraddizioni dell’intesa siglata a Bari.
«A mio avviso quel documento non ha alcuna validità legale» è la premessa di Di Lauro, che di professione è avvocato. «Può avere, al massimo, un’importanza dal punto vista politico. Analizzandone i contenuti, è curioso il passaggio con il quale si prevede l’attivazione della commissione dei tecnici nominati dai Comuni di Manduria, Sava e Avetrana quando dovrà essere aperta la valvola per utilizzare la condotta sottomarina. Provo ad immaginare un momento di emergenza, ad esempio quando è in atto un fortissimo acquazzone (potrebbe accadere di notte o in un giorno festivo), in cui il gestore del depuratore dovrà rintracciare i tre tecnici, i quali dovranno poi convergere in pochissimi minuti nel luogo in cui nascerà l’impianto. E se uno dei tecnici, in quel momento, è fuori zona oppure ammalato, come si dovrà gestire l’emergenza?».
Di Lauro fa notare come anche la sospensione dei lavori sino all’8 settembre sia da considerare una concessione-farsa.
«Innanzitutto il blocco dei lavori nel periodo estivo è già contemplato come condizione nel documento di Valutazione Integrata Ambientale» ricorda l’ambientalista manduriano. «Non solo. Tutti eravamo a conoscenza che la data presunta di inizio dei lavori della condotta marina sarebbe stata il 15 settembre. Quale concessione ci ha fatto, allora, l’assessore regionale Giannini?».
Domenica scorsa è stata a Manduria la ministra Lanzetta, che qualche mese fa sembrava aver preso a cuore il problema dello scarico a mare. Nella città messapica, però, si è limitata a presentare un suo libro.
«Secondo alcune fonti, di solito ben informate, sembrerebbe che anche a livello ministeriale si ritenga che i giochi per il depuratore di Manduria siano già fatti. Bene, se questa è la verità, bisogna denunciare la posizione di chiusura all’opinione pubblica. Altrimenti, queste voci siano smentite ufficialmente. Ritengo non sia giusto tacere delle verità alla gente che è mobilitata contro lo scarico in mare dei reflui. La mia posizione? Sto verificando, insieme ad altri colleghi, la possibilità di intraprendere azioni legali, sia civili che penali».