giovedì 28 novembre 2024


18/08/2014 07:50:10 - Manduria - Attualità

 L’ambientalista savese Mimmo Carrieri richiama l’intervento su alcuni lavori eseguiti nella zona del ponte sul Chidro a San Pietro in Bevagna

«Un’opera che sarebbe servire per proteggere le dune dalla mareggiate sta trasformandosi in una potenziale fonte di pericolo per i bagnanti».

L’ambientalista savese Mimmo Carrieri richiama l’intervento su alcuni lavori eseguiti nella zona del ponte sul Chidro a San Pietro in Bevagna.

«Nel dicembre scorso segnalai, attraverso un esposto, il pericolo per la pubblica e privata incolumità derivante dalle condizioni in cui si trovava il ponte sul fiume Chidro”: la fuoriuscita dal piano calpestio del sovrastante marciapiede di alcuni cavi elettrici dell’illuminazione pubblica e il distacco di consistenti pezzi di cemento precipitati sull’arenile sottostante» ricorda Carrieri. «Vi furono ben due interventi dei Vigili del Fuoco di Manduria i quali, dopo accurata verifica, chiamarono sul posto anche i Vigili Urbani e i responsabili dell’UTC del Comune di Manduria».

Il Comune autorizzò l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza della facciata a mare del marciapiede aderente il ponte interessato al cedimento, nonché la realizzazione di una barriera di contenimento (con pali in castagno e rete metallica con pietre frangiflutti) che sarebbero dovuti servire ad arginare le maree e proteggere le dune.

« A distanza di circa 8 mesi, quell’opera, non solo si è dimostrata inutile ma anche pericolosa per i bagnanti che la frequentano» sostiene Carrieri. «Un consistente tratto di rete metallica, erosa dal mare, e numerosi pali di castagno hanno ceduto alle maree tanto che lunghi tratti di rete arrugginita si inarca pericolosamente in prossimità della spiaggia, frequentata in questo periodo da tantissimi bagnanti. I pali, rispetto all’iniziale posizionamento in linea verticale, ora si trovano conficcati nella sabbia quasi in linea orizzontale ad altezza d’uomo.

Un’altra non trascurabile fonte di pericolo è rappresentata dal cedimento della falesia per la quale anche per tale motivo le autorità preposte dovranno intervenire con i provvedimenti che si riterranno più opportuni, mirati a tutelare e garantire la sicurezza dei bagnanti».












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