L’intervista all’esperto Luigi Primiceri
Gli ulivi sono, per ora, al riparo dal contagio del batterio “Xylella fastidiosa”. Meno felice la situazione per i vigneti: la pioggia frequente degli ultimi due mesi e la diffusa umidità hanno creato l’humus ideale per la diffusione della peronospera, malattia della vite che influirà sulla quantità e sulla qualità della produzione di uva di quest’annata.
E’ dunque “agrodolce” il bollettino che giunge dalla campagne del versante orientale della provincia. La nota lieta riguarda l’olivicoltura: la “Xylella fastidiosa” non rappresenta un pericolo per i tanti ettari di uliveto di quest’area.
«La presenza di questo batterio è stata circoscritta e isolata nelle campagne di Gallipoli e Ugento» ricorda Luigi Primiceri, esperto imprenditore agricolo della zona. «Sono stati individuati i focolai, ovvero le zone critiche più colpite dalla “Xylella”, e le zone cuscinetto, le aree limitrofe che sono a rischio. L’Unione Europea ha già emanato alcune direttive su come arginare il proliferare del batterio».
Al momento si stanno sradicando e bruciando gli alberi infettati. Ma una vera terapia d’urto ancora non c’è.
«Per prevenire la “Xylella” è fondamentale combattere le specie vegetali infestanti che costituiscono poi l’alloggio della Cicalina, un insetto che è il vettore del batterio. Tenendo pulito il terreno, arando ed effettuando le potature “verde” e “secca” si può eliminare lo stanziamento dei batteri. E’ allo studio anche una lotta mirata a livello chimico, ma non sono certi i tempi di intervento. In ogni caso, questa tipologia di “Xylella” che si è diffusa nel Salento non attecchisce alla vite, benchè negli Stati Uniti il batterio sia stato inizialmente isolato proprio sulla vite».
Notizie meno positive arrivano dall’altra coltivazione principe del territorio: la vite.
«Dopo alcuni anni di eccellenti raccolti, la prossima, ormai imminente, vendemmia (potrebbe iniziare nei primissimi giorni di settembre), non sarà ugualmente ricca, sia sotto il profilo della qualità, sia sotto quello della quantità» annuncia Luigi Primiceri. «Il raccolto sarà condizionato dall’esito dei ripetuti attacchi di peronospera, un fungo che si diffonde nelle stagioni piovose e umide. Accade poi che, se le precipitazioni sono frequenti, l’operatore agricolo ha difficoltà ad intervenire con tempestività, proprio perché i terreni sono inzuppati d’acqua, non consentendogli l’accesso. Ritengo sia però anche corretto non generalizzare, poiché gli operatori agricoli che sono intervenuti per tempo potrebbero aver salvato sia la qualità, che la quantità del raccolto. Attendiamo, dunque, qualche altro giorno per avere un responso più attendibile».