giovedì 28 novembre 2024


25/08/2014 22:10:27 - Manduria - Attualità

 Antonio Curri, segretario del movimento “Lista Girardi - Tutti insieme per Manduria”, esprime il proprio scetticismo sugli impegni assunti dalla Regione Puglia sulla vertenza-depuratore

«Non crediamo più alle “parole” ma vogliamo i fatti!».

Antonio Curri, segretario del movimento “Lista Girardi - Tutti insieme per Manduria” (una delle forze di maggioranza più rappresentata in Consiglio), esprime il proprio scetticismo sugli impegni assunti dalla Regione Puglia sulla vertenza-depuratore.

«“Diffidiamo” dalle promesse fatte dagli assessori regionali che si sono succeduti in questi ultimi anni!» scrive Curri in una lettera inviata al sindaco Roberto Massafra. «Ricordo che l’allora assessore regionale Amati si fece promotore di una proposta di delibera regionale in cui dava mandato al servizio competente di predisporre un “protocollo d’intesa” da sottoscrivere con i soggetti istituzionalmente interessati, finalizzato all’uso irriguo mediante la realizzazione dell’impianto di affinamento delle acque reflue. Adesso il nuovo assessore Giannini, a distanza di 2 anni, “promette” eventuali fondi per rifunzionalizzare il depuratore con la possibilità di scaricare i reflui depurati in Tabella 4S».

Curri rimarca, inoltre, come nelle diverse conferenze di servizi, che hanno dato origine alla VIA, ci sono state affermazioni contrastanti da parte di alcuni dirigenti regionali e dell’AQP rispetto a quanto promesso dai diversi assessori regionali.

«La dott.ssa Iannarelli, dirigente regionale del Servizio Tutela delle Acque, sosteneva che il ricorso al riutilizzo delle acque reflue depurate, come viene invocato dalle Amministrazioni locali, non è imposto da alcuna normativa di carattere comunitario, nazionale e regionale» ricorda ancora Curri. «C’è da aggiungere, però, che la Regione accolse la proposta di modifica al Piano presentata dal Comune di Avetrana, finalizzata ad utilizzare le cave esaurite come recapito finale del proprio depuratore, in luogo dello scarico nel bacino Palude del Conte -Torre Colimena, previsto originariamente nel progetto.

Probabilmente ci fu un “ripensamento” dell’AQP e venne sposata l’idea di utilizzare le cave esaurite di proprietà del Comune di Avetrana, come recapito finale.

In un’altra conferenza dei servizi, alcuni funzionari regionali sostenevano che non era possibile scaricare a mare i reflui depurati con le tecnologie della Tabella 4.

Infine non si può pensare di scaricare i reflui depurati solamente di Sava e Manduria, ed escludere gli insediamenti rivieraschi privi di rete fognaria, che continueranno ad inquinare con sistemi epurativi desueti!

Nè possiamo pensare che nel prossimo futuro ci siano dei finanziamenti che possano consentire la infrastrutturazione delle località marine!».











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