giovedì 28 novembre 2024


03/09/2014 17:36:16 - Manduria - Attualità

“La vita lavorativa passata nella scuola aveva sviluppato la sua naturale predisposizione ad amare i giovani, a volere per loro il meglio, a preoccuparsi per il loro futuro. Semplice, arguto, dolce poeta, ha usato il genio che il Signore Gesù gli aveva donato per cantare la nostra terra”

 
La vita terrena di Michele Serino, 75 anni, pensionato, si è spenta improvvisamente a causa di un incidente mortale. Domenica si sono svolti i funerali e la città si è stretta, nel dolore, accanto alla famiglia di Michele, uomo umile ed estremamente educato, che, pur nella sua semplicità, ha tracciato, con la sua vita, un solco profondo, lasciando di sé un ricordo indelebile.
Legato alla natura (ha trascorso la sua infanzia nei campi e, incontrando sovente le scolaresche della città, ricordava con nostalgia quei tempi in cui l’ambiente era rispettato e, attingendo dai suoi nitidi ricordi, tratteggiava i valori della vita contadina), è sempre stato impegnato nella valorizzazione delle tradizioni e delle usanze, che erano oggetto dei suoi racconti e delle sue poesie, racchiuse in due diverse raccolte: “Ogni petra oza pareti” (grazie ad ogni piccolo contributo, si realizza un’opera importante) e “Ti lu pizzu faci lu ueu la jaddina” (un proverbio utilizzato da Michele per lanciare un messaggio: diamo ai nostri figli valori, sani principi, senso civile e diventeranno galantuomini).
Con la poesia “A crisci fili”, Michele Serino vinse, nel 1996, il primo premio del concorso nazionale “Emilio Greco”: con la sua saggezza, faceva notare come l’anziano, all’interno della famiglia, abbia perso, con il passar degli anni, il prestigio e il carisma di una volta.










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