In attesa di conoscere l’aumento che sarà deliberato per la tassa sulla raccolta dei rifiuti (TARI)
Un milione e 700mila euro di tasse in più per i contribuenti manduriani.
Il “conto”, decisamente salato per un’economia sempre più asfittica, è stato presentato nel corso dei lavori del Consiglio Comunale dell’altro ieri sera. Peraltro, si tratta solo di una prima tranche di aumenti generata dall’introduzione della Tari, i tributi per i servizi indivisibili. Molto presto si conoscerà anche l’aumento da introdurre per la tassa sulla raccolta e sullo smaltimento dei rifiuti, che cambia denominazione: da Tarsu a Tari. Secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe aggirarsi sul 30%.
Una stangata per i contribuenti, in un periodo di crisi generale, che in città è acuita dalle calamità atmosferiche che hanno minato la qualità e la quantità del prodotto principe dell’economica locale, ovvero il Primitivo di Manduria. Piove, dunque, sul bagnato, nel silenzio totale delle parti sociali, che dovrebbero avere a cuore gli interessi dei cittadini: ad esempio i sindacati, in questa città, sembrano essersi trasformati esclusivamente in patronati…
Il provvedimento relativo alla determinazione della Tasi (2,20 per mille, appena lo 0,30 per mille in meno dell’aliquota massima, come già annunciato nei giorni scorsi), è il frutto esclusivamente di un ragionamento contabile.
«Con l’introduzione della IUC (Imposta Unica Comunale), il nostro Comune contribuisce ad alimentare il Fondo di Solidarietà Comunale con 2 milioni 861.407 euro» è riportato nella delibera. «Ci viene attribuita una quota di compartecipazione alle stesso fondo di un milione e 155.643 euro, con una perdita netta di un milione e 705.764 euro. Questa è la situazione: lo Stato ci danneggia con il Fondo di Solidarietà Comunale di ulteriori un milione e 705.764 euro. Adesso non abbiamo il tempo per avviare altre azioni, come la lotta all’evasione fiscale.
Abbiamo elaborato diverse ipotesi di applicazione delle aliquote Tasi: con quella minima stabilita dallo Stato (1 per mille), avremmo ottenuto un ipotetico incasso di un milione 675.562 euro, insufficiente a coprire la richiesta dello Stato e i servizi. Solo applicando l’aliquota del 2,20 per mille sulle abitazioni principali e quella massima del 2,80 per mille su quelle di categoria catastale A1, A8 e A9, si riesce ad ottenere un risultato utile che consente di equilibrare il Bilancio del 2014, ovvero un milione e 778.977 euro».
In altre parole, questo provvedimento non ha nulla di politico. Ci si è limitati a calcolare la somma necessaria per far quadrare i conti e, di conseguenza, si è stabilita l’aliquota Tasi.
E i tagli sulle spese superflue? E la lotta all’evasione fiscale?
Se l’assessore alle Finanze, Raimondo Turco, ha una giustificazione, in quanto si è insediato solo a luglio, lo stesso discorso non può farsi per l’Amministrazione, che avrebbe potuto avviare una seria azione di recupero di risorse attraverso l’evasione fiscale sin da gennaio, evitando che, come al solito, a far fronte all’aumento dei costi siano sempre i contribuenti onesti
Senza dimenticare che già un anno fa si elevò al massimo consentito la tassazione sugli immobili, promettendo una riduzione quest’anno…