giovedì 28 novembre 2024


22/09/2014 18:58:12 - Manduria - Attualità

Ora appuntamento al 27 gennaio con la Giornata della Memoria

Una voce che ha rotto un silenzio durato mezzo secolo e che ha ricostruito, da vittima, una dalle pagine più cupe della storia contemporanea. Una voce che è ricomparsa ieri mattina, sorprendendo ed emozionando i presenti, prima dell’avvio della cerimonia di intitolazione di una piazza a Elisa Springer, una donna esile ma al contempo di una tempra così forte da riuscire a sopravvivere alle privazioni, alle violenze e alle umiliazioni in ben tre campi di concentramento dei nazisti: Auschwitz, Bergen Belsen e Terezin.
Voce che apre e chiude il brano dei cantastorie “Cantacunti”, “Il bosco di betulle”, che è stata riverberata a dieci anni esatti dalla sua morte. Un’eco, che proviene dal silenzio (proprio come ha intitolato il suo secondo libro, pubblicato nel 2003), indirizzato ai tanti giovani delle scuole manduriane, presenti insieme alle autorità civili, militari e religiose.
«Affinché il mondo non dimentichi, affinché voi possiate trasmettere ai vostri figli questa storia raccapricciante come io la sto trasmettendo a voi» era l’invito che sovente la signora Springer rivolgeva alle platee di tutta Italia. «Con la mia testimonianza cerco di rendere il mondo migliore insegnando l’amore contro l’odio. Il mondo diventerà migliore solo quando gli uomini capiranno che il perdono è la cosa più importante. I giovani liberi devono sapere, dobbiamo aiutarli a capire che tutto ciò che è stato storia, è la storia oggi, si sta paurosamente ripetendo».
Un messaggio, purtroppo, ancora attuale. Quell’oscurità dell’animo, cui faceva spesso riferimento Elisa Springer quando raccontava di quell’indicibile orrore di cui era stata testimone, che rende ciechi e violenti coloro che vivono nell’odio e nell’intolleranza.
«Io che ho provato l’odio dell’uomo» affermava Elisa Springer, «non posso agire nello stesso modo. Tutto quello che ancora oggi sta accadendo in tutto il mondo, tutto quello che sta succedendo è proprio il risultato dell’odio e dell’incapacità a perdonare».
L’intitolazione della piazza è stato un primo doveroso tributo a Elisa Springer. Con l’impegno, assunto da tutti gli intervenuti (il vice sindaco De Donno, la presidente della fondazione “Elisa Springer” Lopane, il sindaco Massafra, le due sorelle Sammarco, nipoti di Elisa, e di tanti studenti delle scuole manduriane di ogni ordine), di continuare ad onorarne la memoria e, soprattutto, a proseguire la sua opera di diffusione dei principi di amore e di pace, di perdono e di tolleranza.
Il prossimo appuntamento è per il Giorno della Memoria: il 27 gennaio. Sarà una giornata intensa, interamente dedicata a questa donna speciale.











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