Nicolò Giangrande ha “interrogato” i due candidati alle primarie del centrosinistra attraverso il social network
Michele Emiliano è “stra-contrario” e Dario Stefàno, prendendo atto dell’apertura da parte della Regione, invita a lavorare sulle alternative.
Nell’ennesima giornata di mobilitazione contro lo scarico in mare dei reflui del depuratore consortile (piazza Garibaldi colma di gente che ha manifestato nuovamente il proprio dissenso, alla vigilia di altri due incontri importanti a Bari: domani si riunisce per la seconda volta il tavolo tecnico e martedì sarà invece la volta del nuovo atto del confronto fra l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Giannini e le delegazioni di amministratori di Avetrana, Manduria e Sava), attraverso Twitter, arrivano i “cinguettii” di due candidati alle primarie regionali del centrosinistra, che si pronunciano sulle istanze del territorio.
Ad “interrogarli”, attraverso il social network, è stato Nicolò Giangrande, un avetranese che attualmente si trova in Brasile e che, nonostante la lontananza dalla Puglia, è sicuramente più attivo di tanti altri ambientalisti del posto: una settimana fa ha preparato un incisivo video in cui raccoglie le opinioni di turisti stranieri (per lo più sudamericani), che hanno avuto modo di visitare la zona di Specchiarica e della salina e che, inizialmente nella lingua madre, rimarcano le bellezze del posto e invitano gli enti preposti a tutelarlo. Video che si conclude con un appello di tutti i turisti coinvolti in italiano: “No allo scarico in mare”.
«Ieri ho domandato ai tre candidati alle primarie del centro-sinistra pugliese per scegliere il candidato alla presidenza della Regione se fossero a favore o contro lo scarico a mare del depuratore di Manduria» racconta, sempre attraverso i social network, Nicolò Giangrande. «Il primo a rispondere è stato Michele Emiliano che mi ha detto: “Sono stra-contrario: questa vertenza si deve risolvere diversamente”.
Poi è arrivata anche la risposta di Dario Stefàno che su Twitter mi ha scritto: “C’è apertura da parte della Regione. Non si dica solo no ma si lavori su proposte alternative”. Lo stesso Stefàno, sollecitato anche su Facebook, mi ha aggiunto: “Ciao Nicolò, mi risulta che la Regione abbia aperto al confronto e che ci sarà un tavolo tecnico per valutare tutte le soluzioni. Spero si possa trovare proposta condivisa”».
Pur nello scetticismo di molti, restii a credere in promesse pre-elettorali, ci si chiede: perché non invitare l’attuale giunta-Vendola a soprassedere sulla decisione, lasciando onere e onori alla futura Amministrazione regionale?