Il prof. Del Prete: «Mi riferisco al futuro economico minacciato dalla ormai più che probabile alterazione dell’ecosistema marino e al rischio desertificazione più alto d’Europa»
«L’Ufficio Acque della Regione Puglia e l’Acquedotto Pugliese continuano a non fornire risposte sul necessario riciclo dei reflui per prevenire due emergenze del territorio: il futuro economico minacciato dalla ormai più che probabile alterazione dell’ecosistema marino e il rischio desertificazione più alto d’Europa».
Mario Del Prete, docente universitario, commenta l’esito, a dir la verità deludente, del secondo tavolo tecnico sul depuratore, nel corso del quale è stato improvvisamente cambiato l’ordine del giorno dai funzionari dell’Ufficio Acque che, a metà seduta, hanno dichiarato di non avere mandato a trattare o discutere dell’alternativa alla condotta.
«Sono profondamente convinto che la condotta sottomarina metta a repentaglio l’alta qualità ambientale delle acque» afferma il consulente tecnico del Comune di Avetrana. «Intendiamo conoscere quali previsioni sono state elaborate circa la natura e la qualità dei reflui che sarebbero immessi in mare nella fase emergenziale, nonchè la frequenza dell’immissione in mare e la quantità di reflui trattati che sarebbero recapitati nel tratto di mare antistante località Specchiarica. A questa domanda, che a me sembra molto pertinente, non ho ricevuto risposta».
Il prof. Del Prete si è poi soffermato sulla Valutazione di Impatto Ambientale.
«La falda superficiale nella zona del depuratore, a differenza di ciò che si sostiene nella VIA, si trova a 18 metri di profondità ed è la falda salmastra di base. Se si optasse per i pozzi sperdenti, per arginare la contaminazione salina, non ci sarebbe dunque scarico diretto.
Servirebbero, inoltre, maggiori dettagli sul modello di calcolo elaborato dal Politecnico di Bari: quali sono state le assunzioni per la previsione della diluzione sui reflui trattati immessi in mare? Secondo quale modello teorico e secondo quali parametri le colonie di poseidonia non soffrirebbero per queste immissioni? Cosa accadrà alle colonie di poseidonia? Attualmente il progetto prevede il trattamento dei reflui in Tabella 1-2, ma se non si attiva la rete irrigua butteremo tutto e sempre in mare, compreso il territorio?».
Qualche perplessità resta, infine, anche sulla posizione del consulente tecnico del Comune di Manduria.
«Ha asserito di parlare a nome del Comune di Manduria anche quando si è dichiarato favorevole a utilizzare la condotta sottomarina nei casi emergenziali. Ma il problema non è lui. E’ la Regione che ondeggia in questi finti confronti senza voler realmente mettere in discussione i benefici, i difetti e i danni che può procurare questo progetto di depurazione».