giovedì 28 novembre 2024


26/09/2014 07:29:35 - Manduria - Attualità

Giorno dopo giorno, questa vicenda di stile kafkiano, che rasenta l’assurdo, si alimenta di nuovi tasselli

La Regione istituisce un tavolo tecnico per individuare le alternative allo scarico in mare dei reflui depurati, ma poi l’Ufficio Acque, che proprio dalla Regione dipende, asserisce di non avere la delega per trattare sul recapito finale.
La stessa Regione promette, da almeno cinque anni, di adeguare la tecnologia dell’impianto, ora prevista in Tabella 1-2 (la più antiquata esistente sul mercato), con la Tabella 4S, per sanificare le acque. Promessa che non è stata mai concretizzata con un regolare impegno di spesa.
Il consulente tecnico del Comune di Manduria (che manduriano non è), secondo quando sostenuto pubblicamente dal consulente tecnico del Comune di Avetrana (Mario Del Prete) e da un consigliere comunale di Avetrana (Emanuele Micelli), al confronto di Bari di lunedì, caldeggia il proprio piano di fattibilità (pagato e adottato dal Comune di Manduria), e conviene sull’utilizzo, ma solo in fasi emergenziali, della condotta sottomarina. Il segretario regionale del Pd, Michele Emiliano, afferma, attraverso Twitter, di essere “stra-contrario” alla condotta sottomarina, ma poi non interviene per sollecitare l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Giannini (tesserato Pd) e il gruppo consiliare del proprio partito ad una radicale inversione di rotta. L’altro candidato alle primarie del centrosinistra, Dario Stefàno, rimarca la disponibilità della Regione a trovare un’alternativa nel tavolo tecnico, salvo poi essere smentito sempre dall’Ufficio Acque. Ma non potrebbe anche Stefàno intervenire presso il governatore della Regione Puglia, che è del suo stesso partito, per chiedergli di dar mandato allo staff tecnico regionale di studiare una soluzione che non contempli lo scarico in mare?
Il ballo dell’ambiguità sulla vicenda del depuratore continua. Giorno dopo giorno, questa vicenda di stile kafkiano, che rasenta l’assurdo, si alimenta di nuovi tasselli. Tutti, a parole, si dicono contrari allo scarico in mare dei reflui trattati dal depuratore, salvo poi non essere conseguenti con la dichiarazione di principio enunciata. Tutti condividono le preoccupazioni delle comunità interessate (in particolare quando si avvicinano gli appuntamenti elettorali), ma poi non concretizzano alcuna azione che sblocchi la contesa.
Per anni sono state chieste alternative tecniche ai Comuni interessati, come se la Regione non disponesse di professionalità in grado di indicare una soluzione. E quando, dopo dieci anni, al tavolo tecnico delle trattative i consulenti arrivano con un pacchetto di idee che consentano di non sprecare una risorsa importante come l’acqua, ci si sente rispondere che la Regione non ha mai delegato l’Ufficio Acque a trattare sul recapito finale…










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