«E’ possibile che davvero non ci si renda conto dell’assurdità della situazione? A questo punto attendiamo fiduciosi, l’intervento delle competenti autorità»
«Non di solo depuratore vivono i Verdi».
“Stuzzicati” da uno degli ultimi comunicati del sindaco Massafra, i Verdi di Manduria rispolverano un’altra brutta pagina per la cultura mandurina: i tubi di acciaio del monumento alle religioni, smontate da piazza Giovanni XXIII (in quanto l’opera era pericolante) e accantonate all’interno del parco archeologico.
«Non di solo depuratore vivono i Verdi, ma di ogni questione che rappresenta uno schiaffo all’ambiente, alla civile convivenza, alla buona politica ed al rispetto delle più elementari regole a tutela della collettività» sostengono i Verdi di Manduria. «Nel mese di maggio, ci eravamo occupati dello smantellamento della monumentale opera di piazza delle Religioni. Nella circostanza, i resti della struttura erano stati accantonati all’interno dell’area del parco archeologico. L’accaduto, un fatto di gravità inaudita, aveva provocato non solo il nostro, ma lo sdegno di tutta la comunità manduriana, che vedeva deturpata una delle sue più belle e caratteristiche zone dall’accumulo di materiali, che molto probabilmente dovevano essere avviati allo smaltimento».
Già a maggio i Verdi si erano rivolti alla Soprintendenza.
«L’estrema gravità dell’avvenimento, coniugata alla tracotanza e alla mancanza di rispetto per il nostro territorio da parte di chi, invece dovrebbe attivarsi per preservarlo, ci aveva indotto a far seguire la pubblica denuncia con un esposto alle autorità competenti. In questi giorni, la Soprintendenza, riscontrando la nostra segnalazione, ci ha risposto comunicando che “Con riferimento alla nota di codesta Federazione, facciamo presente, per quanto di stretta competenza, che il deposito all’interno del Parco Archeologico delle Mura Messapiche, sottoposto a vincolo archeologico, di materiali metallici appartenuti al monumento rappresentante le tre religioni monoteiste, è stato stigmatizzato dalla scrivente, con nota indirizzata al sindaco di Manduria, con richiesta di immediata rimozione. Detta nota è rimasta a tutt’oggi senza riscontro”.
Orbene, la comunicazione della Soprintendenza si commenta da sola. Ma quanto tempo dovrà ancora passare prima che il sindaco, o chi per lui, provveda a dare esecuzione all’intimazione, fatta nel mese di luglio, della Soprintendenza? E’ possibile che davvero non ci si renda conto dell’assurdità della situazione? A questo punto attendiamo fiduciosi, l’intervento delle competenti autorità».