giovedì 28 novembre 2024


12/10/2014 17:37:34 - Manduria - Attualità

Negata, dunque, la possibilità che possa essere rilasciata un’autorizzazione in tal senso al rifugio dell’associazione “Euro 2000”

Onofrio Mongelli, dirigente dell’ufficio regionale che occupa di Sanità Veterinaria, ribadisce, in una seconda missiva, che la legge in vigore vieta ai canili di ospitare più di 200 cani e nega, dunque, la possibilità che possa essere rilasciata un’autorizzazione in tal senso al rifugio dell’associazione “Euro 2000”. Indipendentemente dall’esistenza di una convenzione fra il Comune di Manduria e la stessa associazione, con la quale si stabilisce che la struttura dovrà ospitare i cani randagi della città messapica.
Nonostante fosse stata firmata dal sindaco Roberto Massafra una seconda ordinanza, il trasferimento dei circa 200 cani del canile sanitario pubblico di via per Sava al rifugio privato dell’associazione “Euro 2000” è nuovamente saltato. L’ostacolo, sinora insuperabile, resta lo stesso: il rifugio privato di “Euro 2000” ospita già poco meno di 200 cani di altri comun limitrofi e, pertanto, non può ospitarne, secondo ciò che sostiene il dirigente regionale Mongelli (che chiaramente fa riferimento a leggi in vigore in questa materia), altri.
E mentre l’Amministrazione Comunale deve ora nuovamente vagliare la situazione che si è venuta a creare, valutando quale strada percorrere dopo lo “stop” al trasferimento dei cani imposto dal dirigente regionale, a Manduria continuano a montare le polemiche sulla gestione dei randagi. Le associazioni animaliste sono sul piede di guerra: fra di loro e anche contro il Comune. La contesa, da qualche anno, riguarda la gestione dei randagi e il business che ne consegue.
Come già preannunciato nei giorni scorsi, altre denunce, le ennesime di una lunghissima battaglia a colpi di carta bollata in atto da anni, sono state depositate presso il Comando della Compagnia dei carabinieri di Manduria. Nel mirino, questa volta, sembra esserci il sindaco Roberto Massafra, accusato di generato allarme fra i residenti nella zona del canile sanitario, avendo sostenuto, sia attraverso un comunicato diffuso alla stampa, sia attraverso l’ultima ordinanza, che il canile sanitario è insalubre e che c’è il rischio che possa trasformarsi in un focolaio. Secondo l’associazione che ha sottoscritto la denuncia, non esistono, a tal proposito, delle prove conclamate.
Inoltre, nell’esposto si ipotizzano anche i reati di abuso di potere e di omissioni di atti di ufficio.
Noi riproponiamo un quesito al quale nessuno ci fornisce una risposta attendibile: perché non risolvere il problema alla base, sterilizzando tutti i randagi?










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