giovedì 28 novembre 2024


21/10/2014 18:59:30 - Manduria - Attualità

«Se si ritiene (come è giusto) che lo scarico in falda dei reflui non trattati, così come accade oggi, sia un vulnus ambientale ed una forma d’inciviltà insopportabile, non si capisce come può accettarsi che lo stesso materiale vada ad inquinare uno dei mari considerato tra i più belli d’Italia»

La sezione di Manduria di Officine Democratiche rivolgono quattro richieste alla Regione Puglia in tema di recapito finale del depuratore consortile di Manduria e Sava.
«Lo scarico, così come progettato, potrebbe contrastare con l’art. 14 del regolamento regionale “Norme e misure per il riutilizzo delle acque reflue depurate”, in cui, al terzo comma, si recita: “...il recapito alternativo assicura gli obiettivi di qualità di cui al Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia ed è conforme alle disposizioni della disciplina degli scarichi di cui alla Parte III, Sezione II, Titolo III, Capo III del d.lgs n° 152/2006”» ricordano in premessa Officine Democratiche.
«Dove l’obiettivo di qualità dell’attuale progetto?
Se si ritiene (come è giusto) che lo scarico in falda dei reflui non trattati, così come accade oggi, sia un vulnus ambientale ed una forma d’inciviltà insopportabile, non si capisce come può accettarsi che lo stesso materiale vada ad inquinare uno dei mari considerato tra i più belli d’Italia.
Sempre da un punto di vista giuridico, siamo consapevoli che una decisione politica che mettesse in discussione un progetto appaltato e già aggiudicato spaventa per le eventuali conseguenze risarcitorie: chi se ne assumerebbe la responsabilità?»
Ecco dunque le quattro richieste che Officine Democratiche rivolge alla Regione Puglia.
«Verificare l’esistenza di motivi giuridicamente validi per l’annullamento del contratto con la ditta Putignano avente per oggetto la realizzazione di un progetto per molti versi contra legem; deliberare immediatamente la trasformazione del tipo di depuratore affinchè sia idoneo a rendere i reflui utilizzabili in agricoltura (Tabella 4); provvedere con atti deliberativi immediati e vincolanti alla riqualificazione della rete idrica Arneo; considerare con la dovuta attenzione lo studio Del Prete-Caliandro quale unica alternativa realistica e dai più seri contenuti scientifici tra i tanti fantasiosamente presentati.
Infine, considerando che la scelta progettuale effettuata a suo tempo ha causato uno dei tanti scollamenti tra politica e base sociale, riteniamo che la gestione del costruendo depuratore, così trasformato, sia da gestire direttamente dal pubblico e non da privati: ciò per garantire l’adeguata depurazione con diretta responsabilità di una politica che risponda finalmente ai reali interessi dei cittadini».











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