Il dissenso sul progetto presentato dall’azienda Mengoli di Galatina cresce
Dodici consiglieri (su un totale di ventiquattro, sindaco escluso) chiedono la revoca del progetto finanziario sulla pubblica illuminazione.
Il dissenso sul progetto presentato dall’azienda Mengoli di Galatina cresce. All’interno del Consiglio, in forma trasversale, sempre più consiglieri non sono convinti sull’opportunità di impegnare il Comune di Manduria per trent’anni, non solo per una questione economica (è previsto un canone di un milione di euro all’anno), ma anche perché si può facilmente prevedere che in tre decenni cambieranno tecnologie e materie prime. A non convincere anche il fatto che questo progetto sia stato presentato in assenza, a monte, di un bando pubblico. In tal modo, l’azienda che lo ha elaborato e redatto partirà da una posizione di indubbio vantaggio nel momento in cui sarà bandita la gara per la scelta dell’offerta più conveniente.
Dopo che, nella seduta di un paio di settimane fa, la maggioranza (o quel che restava di essa) abbandonò l’aula per far venir meno il numero legale e per evitare che il gruppo trasversale dei dissidenti approvasse delle sostanziali modifiche al progetto (ritenute illegittime dal sindaco Massafra), ora i dodici consiglieri (tre rappresentanti del gruppo di maggioranza “Noi Centro”, due del gruppo di maggioranza “Proposta per Manduria”, l’indipendente di maggioranza Marco Barbieri, nonché i due consiglieri del Movimento Schittulli, i due del Pd, il consigliere di Forza Italia Morgante e l’indipendente Durante), chiederanno, proprio come suggerito pubblicamente tempo fa dal primo cittadino, la revoca delle «deliberazioni numero 41 del 9 dicembre del 2013, relativa all’approvazione del piano annuale delle opere pubbliche del 2013, limitatamente al punto riguardante il project financing, e della numero 3 del 24 febbraio del 2014».
La proposta di delibera del gruppo trasversale di maggioranza e di minoranza, insomma, non potrà più essere giudicata illegittima dal sindaco e dal resto dell’Amministrazione, che potrebbero nuovamente trovarsi in difficoltà al momento del voto. Nel “resto” dell’Amministrazione, infatti, vi sono quattro consiglieri (due del Centro Democratico e due del Nuovo Centro Destra), i cui partiti di appartenenza, sino a quando occupavano i banchi della minoranza, hanno criticato il project financing sulla pubblica illuminazione. Non sarà un caso, infatti, che un consigliere del Nuovo Centro Destra non si sia presentato alla precedente seduta e che i due del Centro Democratico abbiano abbandonato l’aula molto prima che lo facessero i colleghi di ciò che resta della maggioranza.