Una trincea drenante da realizzare nei terreni attigui a masseria Marina e degli impianti turistico-sportivi, che avranno poi bisogno di una grande quantità d’acqua, possibilmente affinata, per evitare di compromettere ulteriormente la falda
Il Comune di Manduria rilancia la propria proposta alternativa allo scarico in mare dei reflui depuratori attraverso la condotta sottomarina. A supporto di questa proposta, in un documento, firmato dal sindaco Roberto Massafra e inviato all’assessore regionale Giannini e all’Acquedotto Pugliese l’altro ieri, l’Amministrazione fa notare nuovamente come “allo stato attuale, il Comune di Manduria e quello di Sava sono dotati di una rete fognaria modesta, che, nel migliore dei casi, resta ben al di sotto del 50% delle utenze territoriali e che le marine sono del tutto prive di qualsivoglia rete fognaria”. Pertanto, allo stato attuale e ragionevolmente per i prossimi due decenni (confidando nella più positiva delle pianificazioni di settore per i Comuni interessati), secondo l’Amministrazione siamo e resteremo molto lontani dalle portate indicate nel progetto dell’AQP, ovvero 68.000 abitanti serviti e 13.000 metri cubi al giorno di scarico. Sarebbe molto più realistico pensare che per i prossimi anni lo scarico finale dovrà smaltire portate decisamente inferiori a 10.000 metri cuni al giorno.
In questo documento si indica anche la soluzione per le emergenze.
«Attualmente, dalle notizie in nastro possesso, lo scarico del Comune dl Manduria avviene al di sotto della falda di acqua dolce, ovvero in falda salata, e quindi un’eventuale emergenza potrebbe essere trattata nello stesso modo: ovvero mettendo in funzione “una tantum” il Canale Romano e la voragine ad esso collegata, come avveniva quotidianamente nel passato».
Ribadendo la contrarietà alla condotta sottomarina, Massafra auspica chiarezza alla Regione Puglia.
«La politica regionale esprima con chiarezza la propria volontà: intende proseguire sulla strada intrapresa e portare a termine un’opera in totale dissonanza e a spregio della volontà popolare o, viceversa, prenderne atto e rinunciare, con un atto amministrativo ufficiale, alla costruzione della condotta sottomarina. Ai candidati alla presidenza della Regione, agli assessori e consiglieri regionali in carica o aspiranti a diventarlo, chiediamo ufficialmente di dare seguito alle loro dichiarazioni di stampa e, prima della scadenza dell’attuale mandato, sanciscano con delibera la definitiva rinuncia alla costruzione della condotta sottomarina».