«Il sopralluogo effettuato lunedì scorso mi ha consentito di conoscere e apprezzare lo scenario naturalistico di pregio che sarà interessato dalla costruzione del depuratore consortile. Ho approfondito le forti ed apprezzabili sollecitazioni delle comunità locali per un ripensamento della scelta di realizzare la condotta sottomarina»
Dario Stefàno, non avendo partecipato al confronto di giovedì ad Avetrana (si è poi saputo che, nelle stesse ore, era presente in una iniziativa elettorale ad Altamura), ha inviato una dichiarazione scritta in cui riassume il suo pensiero sulla disputa in atto fra Regione Puglia e comunità del versante orientale della provincia.
«Considero fondato e logico il grido d’allarme lanciato dal comitato civico: la prevista condotta sottomarina ha il suo tratto terminale, il diffusore, nella porzione del SIC più prossima alla costa, ad appena 800 metri dalla stessa, a profondità irrisorie e in assenza di correnti significative» prende atto il senatore di Sel. «A questo punto trovo logico porsi un interrogativo: perché scaricare a mare una risorsa strategica per la nostra Regione, con i rischi di inquinamento (vedi Torre Guaceto), che invece potrebbe favorire, con pozzi assorbenti o trincee drenanti, la ricarica della falda aggredita da fenomeni di intrusione salina? Trovo doveroso dare risposte a interrogativi razionali proposti dalle comunità e quindi ripensare la condotta sottomarina come soluzione obbligatoria».
Anche Dario Stefano, come Michele Emiliano e Guglielmo Minervini, è insomma contro la condotta. In Regione, però, i due partiti del centrosinistra (Sel e Pd) hanno posizioni diverse. Qualcuno forse bluffa?