«Contestiamo l’architettura del progetto perché impianti più piccoli sono meno problematici e meglio gestibili (come accadrebbe nel caso di sdoppiamento in due impianti, uno per Sava e l’altro per Manduria)»
«E’ inconcepibile che, col pretesto dell’urgenza, in violazione dello spirito di tutta la normativa europea in materia ambientale, scelte che incidono così pesantemente su un territorio possano essere prese e portate avanti pur in presenza di una totale opposizione da parte delle popolazioni interessate, senza che queste siano state minimamente coinvolte in via preliminare nei processi decisionali e senza tenere in alcun conto i pareri degli Enti territoriali interessati».
A meno di 24 ore dal tavolo tecnico probabilmente deciso sulla scelta del recapito finale dei reflui trattati dal depuratore consortile di Manduria e Avetrana, i Verdi ritornano sulla vicenda.
«Sembra che la Regione Puglia voglia sempre più avocare a sé ogni potere decisionale in materia ambientale, sottraendo alle Province la potestà di autorizzare lo scarico lungo le coste. A tal proposito vorremo evidenziare la singolarità venutasi a determinare nella nostra regione per la costruzione di questo tipo di opere. Essendo la Regione Puglia azionista di maggioranza di AQP, si può affermare che per la costruzione dei depuratori la regione è allo stesso tempo committente, progettista, costruttrice e gestore finale dell’opera» fanno notare i Verdi. «Attraverso il suo presidente, in quanto Commissario Delegato all’Ambiente, si autorizza tutto, compresi gli scarichi e, attraverso i suoi uffici, la procedura di VIA. Nessun altro Ente entra nelle decisioni. Le conferenze dei servizi diventano mero esercizio di finta democrazia, come si è sperimentato nel caso in oggetto».
I Verdi formulano la loro proposta.
«Contestiamo l’architettura del progetto perché impianti più piccoli sono meno problematici e meglio gestibili (come accadrebbe nel caso di sdoppiamento in due impianti, uno per Sava e l’altro per Manduria). Per quanto riguarda le rimostranze dei cittadini di Sava, va fatto rilevare che le Amministrazioni di altri comuni limitrofi (Maruggio, Avetrana) hanno preferito svincolarsi per tempo da questo progetto e oggi hanno i loro depuratori o già in funzione (Maruggio) o prossimi ad esserlo (Avetrana), avendo deciso autonomamente il progetto, il tipo di scarico dei reflui (trincee drenanti) e la gestione.
L'area dove insiste il vecchio depuratore, a ridosso dell’abitato di Manduria, subirà un peggioramento sotto l’aspetto della salubrità, in quanto sarà interessata da una quantità quasi doppia di reflui da trattare.
La condotta di 11 km, in parte in pressione, per il collettamento dei reflui sulla costa, rappresenta un rischio di natura ambientale».