«La condotta sottomarina? E’ indispensabile a garantire la continuità di esercizio e la salvaguardia dell’ambiente»
L’Acquedotto Pugliese è irremovibile. Continua a difendere la condotta sottomarina sino, paradossalmente, ad asserire che, scaricando in mare i reflui trattati in Tabella 1-2 (per l’affinamento con la Tabella 4S, invece, da anni si ascoltano solo parole, ma non è mai stato approvato alcun atto deliberativo in tal senso), si salvaguarderebbe l’ambiente.
Le delegazioni di Manduria e di Avetrana si sono ieri nuovamente ritrovate di fronte un … muro di gomma. Il tavolo tecnico di Bari non ha prodotto alcun risultato concreto: le parti hanno riconfermato le rispettive posizioni, con Manduria e Avetrana che, per la prima volta, hanno presentato un documento unitario. L’epilogo di questo nuovo confronto non poteva che essere, allora, l’ennesimo aggiornamento: ci si riunirà di nuovo il 3 dicembre prossimo.
A nulla sono valsi gli interventi del sindaco di Avetrana, Mario De Marco (ha auspicato una soluzione condivisa, affinchè si riattivi l’iter del progetto, che non contempli più la condotta), di quello di Manduria, Roberto Massafra (ha fatto notare come la parte politica regionale si sia schierata contro la condotta) e della consigliera avetranese Rosaria Petracca. Il consulente tecnico di Avetrana, il docente universitario di Geologia Mario Del Prete, ha inficiato, punto per punto, la relazione presentata dall’Acquedotto Pugliese, facendo rilevare come non ci sia alcuna legge che vieti lo scarico nei pozzi sperdenti e come, invece, il progetto approvato non contenga dati, frutto di studi scientifici, sull’esito dell’impatto ambientale dello scarico in mare.
La determinazione dell’Acquedotto Pugliese non è stata scalfita neppure da una stilettata del sindaco manduriano Massafra.
«Anche se la parte tecnica continua a caldeggiare la condotta sottomarina, chi dovrà prendere la decisione finale è la parte politica» ha rimarcato il primo cittadino di Manduria. «E, sinora, sia i consiglieri uscenti, sia tutti i candidati alla carica di governatore (di entrambi gli schieramenti), hanno espresso, in più tavoli, ufficialmente, il loro appoggio incondizionato alle comunità mobilitate contro lo scarico in mare dei reflui depurati dall’impianto consortile di Manduria e Sava».
Prosegue, insomma, il braccio di ferro fra le parti. Occorre ora solo capire se sia in atto anche un tatticismo della Regione Puglia, che potrebbe essere interessata a tenere congelata la situazione sino alle Regionali, per poi imporre la scelta.