giovedì 28 novembre 2024


17/11/2014 17:20:15 - Manduria - Attualità

«A questo punto, crediamo che si potrebbe fare ancora un tentativo o seguendo la strada della giustizia penale o in sede di giustizia amministrativa»

«Per la condotta sottomarina le nostre previsioni si sono rivelate, purtroppo, esatte. A questo punto, crediamo che si potrebbe fare ancora un tentativo o seguendo la strada della giustizia penale o in sede di giustizia amministrativa».
Il coordinamento cittadino dei Verdi commenta l’ennesimo esito interlocutorio dei tavoli tecnici in Regione sul recapito finale dell’impianto consortile.
«Con profondissima amarezza, i Verdi di Manduria devono constatare di averci visto giusto nel ritenere che non vi fossero margini per una trattativa con la Regione e l’Acquedotto Pugliese, finalizzata ad una modifica del recapito finale previsto per il depuratore consortile di Manduria e Sava» è riportato in una nota. «I vertici regionali non hanno mai avuto l’intenzione di rinunciare allo scarico in mare e lo hanno dimostrato in questi anni in mille modi, ancora recentemente nella famosa riunione del 4 agosto, il cui verbale i sindaci di Manduria e Avetrana firmarono, forse senza rendersi conto di ciò che conteneva.
Abbiamo sempre sostenuto che ribaltare sui due Comuni l’onere di trovare un’alternativa allo scarico in mare era un espediente per sfiancare le Amministrazioni e sedare le popolazioni in attesa di una soluzione, che non arrivava mai, mentre le procedure per l’affidamento dei lavori venivano espletate. E, d’altra parte, poter modificare solo le modalità del recapito finale era ed è una mera utopia, perché (lo ribadiamo ancora una volta) tutto il progetto, a partire dalla sua dimensione ed ubicazione, è stato concepito in funzione dello scarico in mare: annullare questo significherebbe annullare tutto il progetto. Tutti coloro che in questi anni hanno coltivato l’illusione (autentica o simulata che fosse) di una possibile “correzione” del progetto, forse ora cominceranno ad aprire gli occhi».
I Verdi scrutano, pertanto, il futuro.
«Ma, intanto, che cosa resta da fare? Temiamo, fortemente temiamo, che un altro tipo di illusione cominci a diffondersi: che i candidati alle prossime elezioni regionali compiano il miracolo di far tornare il governo regionale e il commissario delegato sui loro passi! Abbiamo sempre affermato che la soluzione del problema era di tipo politico, ma a questo punto, quando i lavori stanno per iniziare, essa non è più praticabile: è evidente che politica e Acquedotto Pugliese. fanno l’una sponda all’altro.
Noi Verdi abbiamo considerato che una strada ancora esperibile fosse quella della giustizia penale; alcune componenti del coordinamento cittadino pensano, insieme con noi, che si potrebbe fare ancora un tentativo in sede di giustizia amministrativa. Ma cominciamo tutti insieme, con umiltà e senza sciocchi antagonismi, ad interrogarci sulle soluzioni possibili».











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