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22/11/2014 14:52:12 - Manduria - Attualitā

«Il mare incontaminato e le aree naturalistiche a terra, la connessione con l’entroterra, con i luoghi dell’uomo delle nostre città e la campagna ricca di storia e di valori costituiscono il patrimonio dell’azienda-turismo, dell’azienda-Puglia. Il capitale sociale su cui costruire il futuro dei nostri giovani»

 
Si chiude così la lettera che il sen. Dario Stefano ha inviato al dirigente del Settore Ambiente della Regione, Antonello Antonicelli, all’assessore alle Infrastrutture, Giovanni Giannini, e ai consiglieri della Quinta Commissione. Lettera con la quale Stefano prende nuovamente posizione sullo scarico in mare del depuratore consortile.
«L’obiettivo dovrà essere una soluzione razionale e garantista nei confronti dell’ambiente e del turismo» sostiene Stefano. «Ci muoviamo, infatti, in uno dei territori più incontaminati della Puglia, caratterizzato da un’elevata qualità delle acque e da un equilibrio unico, che non va alterato assolutamente, anche (e non solo, naturalmente) per i suoi riverberi sull’equilibrio turistico e sull’appetibilità nel mercato turistico internazionale. Il sito di scarico è al centro di un sistema naturalistico di pregio, fra risorse marine e terrestri. E’ il sistema portante di un turismo di qualità da valorizzare nella prospettiva di una più spinta sostenibilità turistico-ambientale. E’ esattamente in questa cornice che vanno collocate le grida di allarme lanciate dai territori e dai suoi rappresentanti istituzionali, per coglierne portata ed intensità».
Dopo la premessa, Stefano entra nel merito.
«Manduria e Avetrana hanno posto soluzioni concrete, che meritano quanto meno un’immediata e non rinviabile discussione: i reflui (o, meglio, la nuova risorsa idrica dopo il trattamento di affinamento) devono utilizzarsi in agricoltura e non possono sprecarsi con lo scarico in mare, peraltro a bassa profondità, in un sito Sic ed in assenza di correnti» prosegue Stefano. «L’emergenza va gestita diversamente, perché le condizioni fisiche di quel luogo sono tali da portare profondi squilibri al sistema naturalistico e, di conseguenza, a quello turistico. La falda nell’area soffre del fenomeno di intrusione salina e la sua ricarica, grazie a pozzi sperdenti o trincee drenanti, va considerata come soluzione importante, praticabile e non rinviabile».
Sarebbe importante, però, che anche il governatore Vendola giungesse a tale conclusione. In tal caso, sarebbe più semplice “convincere” l’Aqp.










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