Come dire, per un giorno possono essere sordi e per gli altri devono fare in modo di sentire…
«Dalle 18 ore settimanali di assistenza alla comunicazione che la Provincia garantiva agli studenti sordi della scuola secondaria di secondo grado nel 2000, si è passati prima a 12 ore nel 2006, poi a 10 e oggi a sole 5 ore settimanali. Come dire ad un ragazzo sordo: “Cerca di essere sordo un giorno a settimana, ma gli altri giorni fai in modo di sentire!”».
I tagli che la revisione della spesa pubblica impongono, in molti casi indiscriminatamente, colpiscono anche servizi essenziali, come quello che gli assistenti alla comunicazione garantiscono, da anni, agli studenti non udenti degli istituti superiori della provincia di Taranto. In un solo colpo, pertanto, si creano disagi agli studenti (che seguono con difficoltà le lezioni) e alle loro famiglie, e si penalizzano dei lavoratori qualificati.
«L’assistente alla comunicazione filtra, interpreta, traduce e assiste quei processi di comunicazione che sembrano scontati per chi sente, ma che sono una barriera spesso invalicabile per chi non ha il dono dell’udito» fanno presente molti degli operatori della provincia di Taranto. «L’assistente alla comunicazione, con la sua professionalità e competenza, diventa un ponte tra i silenzi e le parole: quelle dette e quelle scritte».
Un servizio di integrazione scolastica per i ragazzi audiolesi che, avviato con 8 anni di ritardo in Puglia (nel 2000), va inaridendosi di anno in anno per scelte politiche che non riescono a comprendersi.
«L’avvio del servizio (novembre e a volte anche a gennaio) non combacia mai con l’inizio della scuola. Così come la liquidazione dei compensi arriva sempre con notevole ritardo rispetto alla conclusione del progetto» lamentano gli Assistenti alla Comunicazione. «E poi, ogni anno, si aggiungono nuovi tagli… Dall’attuale anno scolastico, vengono garantite solo 5 ore per ogni studente sordo (10 per quelli delle medie). Inoltre, se l’alunno si assenta per una settimana, perde anche le ore a cui aveva diritto, che non potranno essere recuperate. Per noi operatori, ammalarsi è un lusso che non ci si può permettere. Dallo scorso anno scolastico, altresì, la Provincia impone una forma di affidamento dell’incarico separato per i diversi gradi di scuola: dalla scuola materna fino alla terza media, le famiglie (già gravate dal problema dell’handicap di un figlio, che combattono con Asl, protesi, logopedia, scuola e sostegno), devono stipulare un contratto con l’assistente alla comunicazione, monitorare e sottoscrivere (di concerto con la scuola) le ore effettuate, rendicontare all’assessorato per le Politiche Sociali della Provincia. Le famiglie, fortemente scoraggiate da tale inutile e fastidioso carico burocratico, sono così indotte a rinunciare al servizio.
In tal modo si stanno ponendo le basi per creare una nuova povertà di contenuti per i ragazzi sordi».