giovedì 28 novembre 2024


03/12/2014 19:41:25 - Manduria - Attualità

L’intervista a Salvatore Sgura, presidente dell’associazione “Città per Tutti” di Manduria

Il cittadino chiama e le istituzioni non rispondono.
Salvatore Sgura, presidente dell’associazione “Città per Tutti” di Manduria, rimarca l’insensibilità di alcuni enti preposti nel campo dell’integrazione e della valorizzazione della diversità.
«Urlo, ma nessuno mi sente» è il concetto che Sgura esprime. «Non una volta o due, nè in un modo o solo in un altro, ma in svariate forme e in tantissimi momenti, io e la mia associazione abbiamo cercato l’ascolto e il supporto da parte delle istituzioni, sia comunali, che provinciali e regionali. Sono protocollate decine e decine di richieste che chiedono giustizia, riconosciuta e falsamente idealizzata dalla Costituzione.
Abbiamo visto film e scritto storie che parlavano di un 2000 moderno e innovativo dove il progresso è facilitazione e integrazione, dove l’accoglienza e la partecipazione sono normalità, ma nulla di quanto immaginato e programmato oggi è realtà.
Barriere architettoniche a scuola, nelle chiese, nei musei e nelle pubbliche Amministrazioni sono quotidianamente create da gente che fa politica e che ha lauree e master, che mai avrebbero voluto realizzare».
Salvatore Sgura ricorda l’iniziativa dell’estate 2014, che ha coinvolto ben 26 associazioni e ordini professionali della provincia.
«Abbiamo organizzato tre eventi, denominati “Three day mob”, per sollecitare la rimozione delle barriere architettoniche dalla spiaggia, così come quelle delle città. Abbiamo chiesto servizi igienici per disabili, raccogliendo 2.000 firme in meno di 12 ore.
Abbiamo visionato leggi, visto progetti stratosferici e discusso con la cittadinanza per trovare il modo migliore, la formula più adeguata, per esporre a chi ci rappresenta e gestisce le opere pubbliche (come i sindaci e i dirigenti) le nostre istanze, ma mai nessuno di questi ha capito o, meglio, si è schierato dalla nostra parte. I Comuni sostengono di non avere fondi necessari per adeguarsi al rispetto delle norme e, se pur vogliamo credere, perché non fermano almeno la realizzazione di nuove barriere? Si costruisce infatti ancora fuori norma e si aprono ancora attività commerciali inaccessibili. Il cittadino con handicap è disarmato, benché esistano delle belle leggi.
Ora, mi domando, ma chi ci tutela veramente? Voi lo sapete? Se una Regione fa un’ordinanza, quale quella sulla balneabilità dei litorali, chi obbliga i Comuni a mettersi a norma?».
Il presidente di “Città per Tutti” batte poi un altro tasto.
«Vi sono beni confiscati dalla mafia e affidati ai Comuni affinchè siano utilizzati per fini sociali, ma sono ancora fermi e mai concessi. Anzi, mai nessuno ne parla. Molti di questi sono occupati da gente che minaccia, che vive di delinquenza e che è protetta da chi dovrebbe punirli e riabilitarli.
Abbiamo chiesto più volte un incontro con il Prefetto e, dopo tante insistenze, abbiamo ricevuto solo un complimento per il nostro impegno. Di concreto siamo però a zero. Ci dicessero chiaramente di non continuare, e noi, oramai stanchi di tanta “passività”, ci metteremo l’anima in pace».










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