Quando basta un attimo per rovinarsi per sempre la vita…
Un gioco che, senza le opportune precauzioni, può risultare fatale: si può passare dal momento del festeggiamento e della gioia alla tragedia.
“Basta un attimo per rovinarsi la vita”: è una campagna di sensibilizzazione avviata dalla Polizia di Stato, ma anche il messaggio che gli artificieri della Questura di Taranto (l’ispettore superiore Ciro Padula, il sovraintendente capo Romualdo Andrenucci, l’assistente capo Nicola Zicari, accompagnati dall’ispettore Giuseppe Screto del Commissariato di Polizia di Manduria), hanno lanciato ad un nutrito gruppo di studenti dell’istituto comprensivo “Prudenzano” di Manduria (quelli delle quinte classi della scuola primaria e delle prime classi della scuola secondaria di primo grado). Un’iniziativa quanto mai opportuna in questo periodo dell’anno, in cui i botti provocano decine di feriti, con danni spesso irreversibili.
«Vi sono esplosivi che vengono fabbricati per uccidere» ha fatto notare il sovraintendente Andrenucci mostrando l’involucro di una bomba a mano. «Ve ne sono altri, come i botti, che vengono fabbricati per le feste. Sembrerà strano, ma quelli per le feste provocano più morti e feriti di quelli concepiti per uccidere».
Tanti i consigli dispensati ai ragazzi per evitare di incappare in tragedie simili a quella che si verificò proprio a Manduria lo scorso anno: quattro ragazzi riportarono gravi usitioni.
«Sarebbe meglio non utilizzare i botti: si può anche festeggiare in modo diverso» ha continuato Andrenucci. «Se proprio non si riesce a resistere a questa tentazione, è sufficiente leggere le istruzioni per evitare di farsi male. E’ fondamentale non usare i botti al chiuso o vicino a persone o cose per abbattere del circa il 98% il numero gli incidenti».
Guai, poi, ad improvvisarsi “scienziati”.
«Lasciamo da parte gli esperimenti» ha ammonito Andrenucci. «Quasi tutti coloro che utilizzano il materiale esplodente fuori dall’involucro col quale è stato confezionato, è destinato ad andare incontro a guai. Inoltre, evitiamo di raccogliere i botti inesplosi: si sono dimostrati imperfetti, ma potrebbero esplodere da un momento all’altro».
L’isp. Padula ha rimarcato la responsabilità (anche penali) dei genitori di minori che provocano incidenti con i botti, chiamati a rispondere di ogni tipo di danno.
L’incontro si è chiuso con la testimonianza spontanea di uno degli alunni, che ha raccontato di essersi ferito facendo esplodere della polvere pirica in una bottiglia e che ha poi chiesto come fare a disfarsi di due “Rambo” (potenti e pericolosissimi botti di fine anno), avendo ora acquisito la consapevolezza del rischio che genererebbe facendoli esplodere.