giovedì 28 novembre 2024


11/01/2015 09:08:03 - Manduria - Attualità

L’esito del confronto di Bari dell’altro ieri

Stop al dialogo e al confronto sul recapito finale del depuratore: la Regione Puglia ora deciderà come muoversi applicando ciò che la legge prevede in materia.
L’altro ieri mattina, a Bari, l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Giovanni Giannini, ha chiuso ogni trattativa con le delegazioni dei tre comuni della provincia di Taranto (Manduria, Sava e Avetrana), limitandosi a verbalizzare, molto freddamente, le posizioni di ogni parte, peraltro più volte emersa nel corso dei tavoli tecnici e politici.
I sindaci di Manduria (Roberto Massafra) e Avetrana (Mario De Marco) hanno ribadito l’assoluta contrarietà alla condotta sottomarina. Il sindaco di Sava (Dario Iaia) ha invece rimarcato la necessità di disporre del collegamento della propria rete fognante ad un depuratore funzionante, non avendo preclusioni sui vari recapiti finali.
Al consulente scientifico del Comune di Avetrana, il docente universitario Mario Del Prete, l’assessore regionale Giannini ha concesso ben poco spazio.
«Quando stavo per iniziare ad argomentare le mie valutazioni tecniche sulla possibilità di evitare lo scarico a mare, l’assessore Giannini mi ha subito tolto la parola, sostenendo che era stata acquisita la relazione di un altro docente universitario» prende atto Del Prete. «Nessun confronto, chiaramente: evidentemente alla Regione Puglia e all’Acquedotto Pugliese è sufficiente avere agli atti un’altra relazione che sostiene tesi opposte alle mie. Ma chi valuta la fondatezza delle mie tesi e di quelle dell’altro collega? A me sembra solo un espediente per terminare qui ogni confronto e per procedere secondo quelli che sono gli indirizzi della Regione e dell’Acquedotto Pugliese: realizzare la condotta, mortificando la volontà popolare e rischiando di compromettere le potenzialità turistiche dell’area interessata».
L’epilogo di questa serie di infruttuosi tavoli tecnici e politici in terra barese rappresenta un’ennesima mazzata per le speranze di tante comunità che vorrebbero evitare il recapito in mare dei reflui filtrati dal depuratore. Regione e Acquedotto hanno ancora una volta dimostrato la massima insensibilità verso le richieste delle popolazioni interessate. Non hanno ascoltato ragioni, così come non prendono in considerazione le posizioni emerse dai più autorevoli candidati alla presidenza della Regione Puglia, tutti contrari allo scarico in mare.
Se Emiliano, Stefàno, Minervini, Schittulli, Marmo e soci non hanno bluffato, cosa accadrà ora? Forse Vendola, Giannini e l’Acquedotto faranno partire i lavori prima di maggio e il prossimo governatore regionale, se sarà coerente con gli impegni assunti, li bloccherà? Non sarebbe il caso, allora, di congelare la parte dell’opera relativa al recapito finale sino a dopo le elezioni, per poi lasciare la decisione finale a colui che raccoglierà l’eredità di Vendola?
Intanto è molto probabile che la settimana prossima si organizzi (a Manduria o ad Avetrana) una nuova riunione fra amministratori e rappresentanti di associazioni e comitati in lotta. Si dovranno concordare e programmare le contromosse alla scelta di Giannini, che evidentemente ha deciso di non tener conto delle richieste della popolazione.










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