giovedì 28 novembre 2024


12/01/2015 20:48:28 - Manduria - Attualità

«Alla luce della già avvenuta aggiudicazione della gara d’appalto, siamo sempre stati scettici sulla possibilità di ottenere riscontri importanti dal confronto, tecnico-politico, con Regione e Acquedotto Pugliese»

Gregorio Mariggiò, esponente dei Verdi, non è sorpreso dall’esito del nuovo vertice di Bari dell’altro ieri mattina.
«Il confronto tecnico e politico avrebbe potuto produrre i risultati da tutti sperati, ovvero l’eliminazione della condotta sottomarina, se fosse stato più incisivo e deciso nel periodo che ha preceduto l’espletamento della gara d’appalto» è la tesi di Mariggiò e del suo partito. «Ora l’azienda appaltatrice ha maturato dei diritti e crediamo che difficilmente vi rinuncerà. Avrà già effettuato degli investimenti e, pertanto, è in condizioni giuridiche di pretendere l’espletamento dei lavori. Anzi, se proprio la devo dire tutta, sono sorpreso dal fatto che i lavori siano rimasti sospesi da luglio sino ad adesso. Non credo, peraltro, che la sospensione sia legata all’avvio del confronto fra i Comuni interessati da una parte e Regione e Acquedotto dall’altra. Per me potrebbe esserci dell’altro, come, magari, la burocrazia che rallenta l’iter per l’ottenimento di tutte le autorizzazioni. Chiaramente, si tratta solo di un’ipotesi».
Si è perso tempo, insomma, quando i margini per far prevalere la volontà politica erano ancora aperti.
«Certamente» conferma Mariggiò. «Non è un caso che il nostro partito, già un paio di mesi fa, ha presentato una nuova iniziativa: presentare un esposto in Procura, attraverso il quale chiediamo ai magistrati di esaminare tutto il progetto per verificare se vi siano passaggi poco chiari. Resta l’unica strada percorribile, a nostro avviso, per scongiurare la costruzione dell’opera così come concepita. Ecco perché abbiamo cercato di evidenziare alcuni punti di criticità.
Naturalmente non mi riferisco alla gara d’appalto, bensì al progetto: alla sua localizzazione, al rischio di inquinamento che provoca, alla tecnologia vetusta inizialmente prevista per quest’impianto, e così via. Ritengo che anche l’Amministrazione avrebbe dovuto seguire questa strada, magari chiedendo la copia di tutti gli atti: il Comune lo può fare».
Chiuso il tavolo politico e tecnico senza aver sostanzialmente ottenuto alcun tipo di risultato concreto, ora i Comuni interessati e le associazioni ambientaliste dovranno individuare delle contromosse. E’ probabile, alla luce dell’impegno preso giovedì sera nel corso dell’iniziativa pubblica di Avetrana, che i sindaci di Manduria e Avetrana possano incontrare nuovamente i rappresentanti dei vari comitati per decidere, tutti insieme, quale via percorrere per continuare ad opporsi alla realizzazione della condotta sottomarina.










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