«Quando mi è stato comunicato il risultato della diagnosi, non ho avuto il tempo di provare delle sensazioni. Ho avvertito sul mio corpo l’effetto di una doccia gelata, che dal collo scendeva sulla schiena. Lorenzo aveva appena tre mesi e mezzo e, nella sua testa, vi era un tumore grande quanto una pallina da golf…».
Mauro Zaratta, il “papà coraggio” che volle denunciare all’opinione pubblica il terribile male che si era annidato nella testolina di Lorenzo, ha raccontato il suo dramma, agli studenti, ai docenti e ai genitori dell’istituto comprensivo “Francesco Prudenzano” di Manduria.
«Il nesso fra l’inquinamento e il male che mi ha strappato Lorenzo? Non ho alcuna prova per correlare la malattia di mio figlio con l’inquinamento generato dalle grandi industrie. Di certo, dai camini delle industrie non esce acqua di colonia, ma diossina che nuoce gravemente alla salute. Nella mia famiglia e nella famiglia di mia moglie ci sono stati altri lutti causati da tumori a vari organi. Molti dei cari che abbiamo perso hanno vissuto nei quartieri prossimi alla zona industriale. Se c’è una correlazione, prima o poi lo saprò. Per la legge in vigore in Italia non è sufficiente trovare l’omicida con la pistola fumante in mano. Bisogna esaminare il proiettile e vedere se è compatibile con la pistola. Poi occorre verificare se la traiettoria è quella giusta.. Insomma, servono tante prove affinchè sia provata la responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio».
Mauro, davanti ad una platea spesso commossa, ha raccontato la gioia della nascita di Lorenzo e, poi, dopo appena tre mesi e mezzo, la nefasta diagnosi.
«Se a tre mesi e mezzo il tumore era grande già quanto una pallina da golf, tenendo presente il tempo necessario per crearsi e per crescere, siamo certi che si sia formato già quando Lorenzo era nella fase della gestazione. Eppure, il dottore che eseguì l’esame morfologico non se ne accorse. Non ho difficoltà a sostenere, nonostante l’affetto che mi lega alla città di Taranto e l’alta professionalità del dott. Forleo, che fra la sanità a Firenze, dove ho fatto curare Lorenzo, e quella pugliese vi sia un abisso».
Infine si è soffermato sulla sua decisione di rendere pubblica la malattia di Lorenzo.
«Ho portato in piazza il mio dolore per indurre tutti ad una profonda riflessione. E’ vero, Lorenzo non me lo restituisce più nessuno, ma occorre far capire a tutti la sofferenza provata da mio figlio e dalla mia famiglia, affinchè si rifletta sui danni che l’inquinamento sta provocando».
A Mauro, la scuola manduriana ha donato uno splendido disegno di Paolo Piccione, che raffigura Lorenzo, sorridente, in cielo, fra nuvole, finalmente, bianche.
______________________________
E’ in rete la seconda puntata del “Prudenzano News”
“Non un rito ma il culto della memoria
Tributo a Elisa Springer”