Disponibilità ad attivare una “discarica di soccorso” nell’impianto di contrada “Chianca”, a condizione, però, che non si stocchi più la frazione secca
Disponibilità ad attivare una “discarica di soccorso” nell’impianto di contrada “Chianca”, a condizione, però, che non si stocchi più la frazione secca. Si dovrebbe ricevere solo la frazione umida, ricavata dall’indifferenziata conferita dai vari comuni dell’ex Ato Ta 3.
Il sindaco Roberto Massafra conferma questo proprio orientamento, che però è vincolato a diverse condizioni.
«Innanzitutto deve essere il Consiglio Comunale ad esprimersi su questa possibilità» ha affermato ieri il primo cittadino di Manduria nel corso di una conferenza stampa. «Nell’autunno del 2013 il consesso elettivo, all’unanimità, si pronunciò contro il conferimento di ulteriori rifiuti nella discarica gestita, sino ad allora, da “Manduriambiente”. Anche io resto contrario ad un nuovo conferimento indiscriminato di rifiuti non biodegradabili. Non solo si genererebbe ulteriore inquinamento in quell’area, ma le nuove volumetrie si esaurirebbero nel giro di pochissimo tempo. La sola frazione umida, in questa fase di transizione, si andrebbe a collocare nello spazio che si ricaverebbe alla sommità della vecchia discarica, dopo aver asportato il capping provvisorio (un manto composto da circa 70 centimetri di tufina, con il quale “Manduriambiente” ha ricoperto le varie vasche), utilizzando dunque i volumi che si libererebbero.
L’Organo di Governo d’Ambito si è espresso favorevolmente a questa ipotesi. La stessa “Manduriambiente” è disposta a gestire la fase di transizione, a condizione, però, che l’O.G.A. accetti di porre in gara il proprio project financing relativo alla gestione della seconda vita della discarica e quindi al sopralzo».
Come già da noi anticipato nei giorni scorsi, sembra questa la strada che si percorrerà. Anche se il sindaco pone qualche distinguo.
«Chiaramente il progetto di “Manduriambiente”, qualora fosse posto in gara, sarà valutato attentamente. Quasi sicuramente sarà soggetto a richieste di modifiche, probabilmente sostanziali. La condizione fondamentale è quella di conferire altrove la frazione secca, presso una discarica di rifiuti speciali, molto più vicina rispetto a quella di Massafra: Statte o Grottaglie per fare degli esempi. In tal modo, solo il 30% dei rifiuti oggi prodotti nei 17 comuni dell’ex Ato Ta 3 resterebbe in discarica, le cui volumetrie sarebbero utilizzate molto più saggiamente. Inoltre, il costo di conferimento complessivo potrebbe variare fra i 90 e i 110 euro a tonnellata, ovvero con un risparmio per i cittadini di circa 25% rispetto al costo attuale».
______________________________
E’ in rete la seconda puntata del “Prudenzano News”
“Non un rito ma il culto della memoria
Tributo a Elisa Springer”