E’ arrivato compatto, ancora una volta, dall’assemblea di tutti i movimenti e i comitati ambientalisti di Manduria e Avetrana
Un nuovo “no” al recapito finale in mare dei reflui del depuratore consortile. E’ arrivato compatto, ancora una volta, dall’assemblea di tutti i movimenti e i comitati ambientalisti di Manduria e Avetrana, alla quale hanno partecipato anche i sindaci dei due comuni e, con loro, diversi assessori e consiglieri comunali.
A coordinare i lavori Leonardo Giangrande, presidente provinciale di Confcommercio.
«L’associazione che rappresento è già impegnata da tempo in provincia sulle vertenze sui depuratori» ha ricordato Giangrande. «Sia per quello di Lizzano, sia per quello progettato per Manduria e Sava abbiamo spesso fatto sentire la nostra voce. Il mare è una risorsa che va tutelata: il turismo è fondamentale per la nostra economia. Dobbiamo dunque fare tutti quanti quadrato, sottraendoci dal gioco al massacro in atto da alcuni mesi. Non spetta a noi offrire alternative alla Regione Puglia. Siano i loro tecnici e quelli dell’Acquedotto ad individuarne una valida».
Giangrande ha chiesto a tutti gli intervenuti di esprimere la propria posizione sull’argomento e, in attesa che venga stilato un documento comune che sarà sottoscritto da tutti i rappresentanti di associazioni e movimenti, ha proposto la costituzione di un tavolo ristretto, che, inizierà a lavorare per individuare le altre iniziative da mettere in cantiere.
Un “assaggio” di proposte su come muoversi per impedire la costruzione della condotta sottomarina è già arrivato giovedì sera. Mentre l’unanimità sul dissenso sul recapito finale è pressoché unanime, le strade tendono a dividersi quando si tratta di scegliere la strada da seguire. D’altronde, se così non fosse, non si spiegherebbe l’esigenza di creare tante associazioni diverse, nonostante tutte abbiano lo stesso obiettivo.
Così, dopo la richiesta di nominare un commissario ad acta che approvi le autorizzazioni che ancora mancano prima dell’avvio dei lavori (inviata da un funzionario della Regione a Renzi), c’è chi indica la strada legale come unica per poter cercare di trovare errori o imperfezioni dell’iter seguito dopo l’aggiudicazione della gara d’appalto. Altri, invece, si affiderebbero ancora alla trattativa politica, speranzosi che il prossimo governatore regionale sia più sensibile di Vendola.
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fra rito e Fede”