La testimonianza di Leonardo Dinoi, 95 anni, bersagliere nella Seconda Guerra Mondiale
«Nel 2019 Taranto ospiterà il raduno nazionale dei bersaglieri».
L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi da Vitantonio Bruno, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri, intervenendo ad un incontro con gli studenti della scuola secondaria di primo grado del comprensivo “Prudenzano”.
«Ci eravamo candidati per il 2017, ma siamo comunque contenti di poter organizzare l’evento per il 2019» è stato il suo commento nel corso dell’iniziativa promossa congiuntamente dall’istituto d’istruzione manduriano e dalla sezione di Manduria dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri, in preparazione all’inaugurazione della sede.
«Vogliamo essere una parte attiva nella società, operando nel sociale» ha annunciato il presidente Gregorio Pecoraro. «Non ci limiteremo a presenziare alle manifestazioni e alle ricorrenze dedicate alla memoria di chi ha donato la vita per la libertà, ma ci proponiamo come protagonisti della vita culturale e sociale di Manduria».
Dopo una presentazione multimediale della storia del Corpo, curata da un gruppo di studenti guidato dalla docente Emanuela Vartolo, i bersaglieri presenti hanno risposto alle tante domande rivolte loro dai ragazzi che frequentano il laboratorio di giornalismo, diretto, in questa scuola, dalle docenti Stefania Maiorano, Alessia Mazza e Lucia My.
Particolarmente toccante la testimonianza del bersagliere Leonardo Dinoi, che nel dicembre scorso ha compiuto ben 95 anni. Lucido e scrupoloso nei particolari, Dinoi (che vediamo in una foto d’epoca), ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale. Ha ricordato la sua partenza, nel 1940, per Napoli e il successivo imbarco, con destinazione Bengasi.
Protagonista della guerra contro gli inglesi (per cinque giorni furono attendati nel deserto, nella zona di Tobruk, sotto i bombardamenti), Leonardo Dinoi fu fatto prigioniero e fu inviato in Sud Africa.
«Com’è stata la mia vita da prigioniero? La prima parte fu molto dura: non sempre si mangiava e spesso non c’era neppure l’acqua» ha ricordato il bersagliere manduriano. «Poi, una volta trasferito in Sud Africa, a Zondewater, ci fu data la possibilità di lavorare e la nostra vita migliorò».
Il suo racconto, ricco di aneddoti, è proseguito, sino al giorno in cui ripartì dal Sud Africa per ritornare, libero, in Italia, sei anni dopo il suo arruolamento.
Una vera lezione di storia per i ragazzi del “Prudenzano”, con in “cattedra” un testimone diretto di una delle pagine della Seconda Guerra Mondiale.
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E’ in rete la quarta puntata del “Prudenzano News”
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