giovedì 28 novembre 2024


13/04/2015 18:35:52 - Manduria - Attualità

A quante esche si è abboccato ingenuamente…

 
Ora è ufficiale: il cantiere per la realizzazione del depuratore consortile e della condotta sottomarina è aperto.
Il responsabile dei lavori, l’ingegnere dell’Acquedotto Pugliese Erminio Tarquini, lo ha comunicato, per iscritto, al Servizio di Prevenzione e Protezione della Asl Ta 1 e alla Direzione Provinciale del Lavoro, nonché, solo per conoscenza, anche al Comune di Manduria, al direttore dei lavori e all’azienda che ha vinto l’appalto (la Putignano e Figli di Noci).
Mentre a Manduria si litiga ancora (è cronaca della settimana appena trascorsa), su quale progetto alternativo proporre e se far partecipare o meno i sindaci della città messapica e di Avetrana alla mobilitazione programmata per domenica prossima, Acquedotto e Regione bruciano le tappe con l’obiettivo di far partire i lavori prima della data dell’elezione del nuovo governatore della Puglia.
E’ insomma sempre più chiaro come, sinora, le comunità locali abbiano abboccato alle tante esche disseminate lungo il tortuoso iter burocratico della cantierizzazione dell’opera. Come quando, ad esempio, in piena estate 2014 iniziarono i sondaggi preliminari dei fondali del tratto di mare prospiciente località Specchiarica: la immediata sospensione fu fatta passare come una concessione accordata benevolmente da Regione e AQP, quando, al contrario, si è poi scoperto che la pratica era carente ancora di alcune autorizzazioni non ancora rilasciate e che, peraltro, nella Valutazione di Impatto Ambientale era prescritto che queste operazioni non si sarebbero potute eseguire durante i mesi di luglio e agosto.
O, ancora, come quando, sempre in quel periodo, Regione e AQP decisero di aprire un tavolo tecnico-politico, invitando le comunità interessare a proporre delle soluzioni alternative allo scarico in mare. Riuscendo, con questo escamotage, a far venir meno la solidità del fronte che si oppone alla condotta sottomarina: abbiamo contato almeno sei proposte alternative, una delle quali è costata circa 20mila euro al Comune di Manduria. Superfluo aggiungere che ogni proposta alternativa è stata bollata come tecnicamente o legalmente irricevibile. Ma non sarebbe dovuto toccare ai tecnici dell’Acquedotto Pugliese, che vengono pagati con le tasse versate dai contribuenti, individuare una soluzione alternativa? In fin dei conti, dove il mare non c’è oppure è estremamente lontano dal centro abitato, quali soluzioni si adottano per il recapito finale dei reflui?
Dove sono finiti, infine, tutti gli esponenti politici regionali che hanno fatto a gara per sventolare la loro contrarietà alla realizzazione della condotta sottomarina? Tante le manifestazioni di condivisione della protesta nel periodo autunnale (forse perché dovevano svolgersi le primarie per le Regionali?), salvo poi non dar alcun seguito agli impegni assunti.
Eppure centrosinistra, centrodestra e grillini sembravano convinti della scelta ecologista. Ma non sarebbe bastato portare in discussione in Consiglio regionale l’argomento per cercare di raddrizzare la rotta o, quanto meno, congelare ogni decisione sino all’insediamento del nuovo governatore? Se la Regione è l’azionista principale dell’Acquedotto Pugliese, perché i partiti rappresentati in Consiglio regionale (tutti, nessuno escluso) non sono intervenuti?
Oppure si punta a vincere le elezioni, per poi dichiarare la propria impossibilità ad intervenire visto che i lavori sono già partiti?

 

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E’ in rete la sesta puntata del “Prudenzano News”
“Miki Formisano, un uomo in un corpo di donna con una storia da raccontare”










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