MANDURIA – “Il mare è un patrimonio della collettività e rappresenta il nostro futuro: non si tocca”
«Difenderemo il nostro mare con le unghie e con i denti»
“Il mare è un patrimonio della collettività e rappresenta il nostro futuro: non si tocca”.
Il versante orientale della provincia di Taranto torna a mobilitarsi contro la scelta del recapito finale del depuratore consortile che Regione Puglia e Acquedotto Pugliese intendono imporre. Circa cinquemila persone, parte delle quali provenienti dai centri limitrofi, si sono ritrovate, domenica sera, in piazza Garibaldi per manifestare il proprio dissenso verso una soluzione che ritengono illogica ed estremamente penalizzante per tutto il territorio: lo scarico dei reflui dell’impianto di depurazione in uno dei tratti più incontaminati della costa manduriana, il cui litorale è stato oggetto, peraltro, di un progetto di ripascimento finanziato proprio dalla Regione Puglia. A poche decine di metri dall’area, di grandissimo pregio ambientale, della Riserva Naturale e a poco più di un chilometro dalla Salina dei Monaci, in cui si è stabilito un nutrito gruppo di fenicotteri rosa.
«Difenderemo il nostro mare con le unghie e con i denti» ha promesso, dal palco, Francesco Di Lauro, attivista del Wwf, rispolverando una frase del governatore Vendola. «Ma noi non siamo “vendolini”. Ci auguriamo che il governatore si comporti da democratico, rispettando la piazza e la volontà popolare. Sappiano, a Bari, che niente può fermare una popolazione convinta delle proprie idee: alla lunga chi è nel giusto trionfa sempre».
Tantissimi gli interventi, molti dei quali contestati dai giovani, che hanno apprezzato solo gli a-partitici. Nell’ordine, è stata data la parola a Stranieri, a Francesco Ferretti, ad Antonio Minò, a Leonardo Giangrande, a Leonardo Moccia, a Mimmo Lariccia, a Franco Bruto, al sindaco Roberto Massafra, a Liliana Di Giacomo, a Domenico Sammarco, a Fulvio Perrone, a Mimmo Fontana, a Pasquale Greco, Pietro Capogrosso, ad alcuni rappresentanti dei giovani e ad esponenti di altre associazioni.
«Dal progetto del depuratore deve assolutamente essere stralciata la condotta sottomarina: il mare, risorse fondamentale per il turismo, va preservato» è stato più volte ripetuto dal palco di piazza Garibaldi ieri sera nel corso della manifestazione indetta dal comitato unitario intercomunale.
«E’ una battaglia per la vita» è stato rimarcato a più riprese. «L’economia di questo territorio vive di turismo e di agroalimentare: non possono toglierci il diritto a sopravvivere».
«E’ questa una scelta scellerata calata dall’alto» ha ricordato il presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande. «Di questo passo la Regione rischia di provocare uno scontro sociale».
Mentre i rappresentanti dei giovani chiedevano conto sulle responsabilità locali per la situazione che si è venuta a creare («Bisogna compiere un salto a ritroso di quindici anni, quando io non avevo alcuna carica» ha replicato Roberto Massafra), Liliana Di Giacomo, già coordinatrice del comitato “No scarico a mare”, ha messo nel mirino l’incontro richiesto al Ministero per l’Ambiente.
«Questa volta pretendiamo che le delegazioni locali siano accompagnate da tecnici super esterni» ha richiesto.
Qualcuno ha ipotizzato un’altra manifestazione di protesta a Bari.
«Potete stare certi: quella odierna non è l’ultima tappa di una protesta» ha garantito Pasquale Greco, del coordinamento intercomunale, «ma con questa mobilitazione si ricomincia la lotta».