Forse per la prima volta nella città messapica, i ragazzi, interpretando il pensiero di tantissimi adulti presenti alla manifestazione, hanno presentato il conto alla politica, sempre più distante dalle esigenze e dalle istanze della gente
I giovani protagonisti della mobilitazione di domenica sera.
Un gruppo di un paio di centinaia di ragazzi, per la maggior parte studenti, ha fatto sentire la propria voce critica nei confronti del mondo della politica. Hanno preteso a gran voce, ed ottenuto, all’arrivo del corteo in piazza Garibaldi (era partito, intorno alle 17,30, da piazza Sant’Angelo), che dalla manifestazione fossero escluse tutte le bandiere dei partiti politici. Hanno contestato, sino ad impedir loro gli interventi, tutti i candidati locali alle Regionali. Hanno criticato sinanche i sindaci dei due Comuni maggiormente interessati allo scarico in mare dei reflui del depuratore: Roberto Massafra, primo cittadino di Manduria, e Mario De Marco, suo collega di Avetrana.
«Se tutti i partiti sono contrari alla condotta sottomarina, come è possibile che il progetto sia stato approvato e che i lavori stiano per partire?».
Forse per la prima volta nella città messapica, i ragazzi, interpretando il pensiero di tantissimi adulti presenti alla manifestazione, hanno presentato il conto alla politica, sempre più distante dalle esigenze e dalle istanze della gente. Penalizzando, in qualche modo, l’organizzazione del comitato intercomunale e gli attuali sindaci, che non hanno colpe sul pastrocchio confezionato nel passato prossimo.
Ma come dar torto a questi ragazzi che non riescono a capire come mai tutti i partiti abbiano assunto una posizione a Manduria (di chiusura netta rispetto allo scarico in mare) e invece una esattamente opposta ad appena 130 chilometri. A Bari gli stessi partiti si sono dimostrati completamente sordi rispetto alle richieste avanzate dalla piazza. O, se vogliamo, nel periodo delle primarie i loro leader sposarono pubblicamente la lotta, salvo poi non dar alcun seguito concreto agli impegni assunti, rinviando ogni atto al dopo 31 maggio. Eppure, essendo la Regione Puglia il maggior azionista dell’Acquedotto Pugliese, se ci fosse stata una reale volontà politica di individuare una soluzione tecnica alternativa allo scarico in mare, magari ricalibrando il progetto al numero di utenti che realmente potranno allacciarsi al depuratore, certamente il progetto sarebbe già stato modificato.
Non c’è dubbio che quello di domenica sia stato solo un primo assaggio del clima che i partiti troveranno a Manduria e ad Avetrana nel mese della campagna elettorale.