giovedì 28 novembre 2024


21/04/2015 21:03:17 - Manduria - Attualità

In molto diffidavano su una massiccia partecipazione dei manduriani alla mobilitazione. La risposta, invece, è arrivata: la gente vuole vincere anche quest’altra battaglia

 
In una serata di poco meno di 32 anni fa, esattamente il 17 maggio del 1983, piazza Garibaldi fu nuovamente gremita da migliaia di persone che protestavano contro un progetto non condiviso. Anche allora la protesta vide compatti, fianco a fianco, le comunità dei due centri più estremi del versante orientale della provincia: Manduria e Avetrana. Nei primi anni ’80 del secolo scorso lo spauracchio era ancora più serio: la costruzione di una grande centrale elettronucleare. Anche allora la gente reclamava il diritto a poter scegliere lo sviluppo più consono alle vocazioni del territorio, rigettando un progetto che incuteva terrore per i riflessi che avrebbe potuto generare per la salute delle popolazioni.
Un’altra analogia con gli anni ’80 è indubbiamente la sfiducia verso il mondo della politica. Ad Avetrana, in particolare, le sezioni dei partiti furono chiuse e alle elezioni Comunali si presentarono solo liste civiche.
Ieri sera, dimostrando una maturità non comune, sono stati gli studenti ad indurre ad abbandonare piazza e palco i rappresentanti locali della politica. Forse sbagliando nel fare di tutta l’erba un fascio, hanno voluto mettere alla porta simboli e bandiere.
Una protesta pura, quindi, senza contaminazioni partitiche, che, si badi bene, continua ad unire. In molto diffidavano su una massiccia partecipazione dei manduriani alla mobilitazione. La risposta, invece, è arrivata: la gente vuole vincere anche quest’altra battaglia.
«La Costituzione indica il popolo come sovrano» ha urlato un semplice cittadino dal palco. «Ma chi mi sa dire dove sta la sovranità del popolo in questa storia?».











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