giovedì 28 novembre 2024


24/04/2015 20:55:16 - Manduria - Attualità

Nuovo intervento dell’Associazione Forense Messapica

«Ad oltre un mese dall’assemblea in cui furono assunti precisi impegni, i Comuni di Manduria, Avetrana, Maruggio e Sava non hanno ancora inviato la nota congiunta al Ministero della Giustizia in cui si manifesta la volontà di tenere attivo l’Ufficio del Giudice di Pace di Manduria».
Ad esprimere qualche perplessità sulla reale volontà dei quattro enti pubblici di continuare a sobbarcarsi gli oneri necessari a garantire il funzionamento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Manduria è l’Associazione Forense Messapica.
«Il 19 marzo scorso si è tenuta un’assemblea, promossa dalla nostra associazione, alla quale parteciparono i sindaci dei quattro comuni interessati, gli operatori giudiziari e il coordinatore dell’Ufficio del Giudice di Pace» si ricorda in una nota che reca la firma del presidente e del segretario dell’associazione, rispettivamente Antonio Casto e Roberto D’Amico. «In tale occasione i sindaci Roberto Massafra, Mario De Marco, Alfredo Longo e Dario Iaia dichiaravano pubblicamente la volontà politica delle proprie Amministrazioni di mantenere attivo l’Ufficio del Giudice di Pace di Manduria, impegnandosi, tra l’altro, ad inviare una nota congiunta al Ministero della Giustizia, finalizzata ad esternare tale volontà, nonché l’avvenuto superamento di alcune fisiologiche difficoltà iniziali nel passaggio di gestione dell’Ufficio Giudiziario, così da scongiurare denegati provvedimenti pregiudizievoli del Ministro».
L’associazione ha già sollecitato i quattro sindaci l’11 aprile scorso.
«Ad oggi, però, non ci risulta che i Comuni abbiano mantenuto fede al pubblico proclamo. I nostri associati e tutti i cittadini assistono purtroppo, ancora una volta, ad un esempio di cattiva politica, laddove alle propagandistiche parole non seguono gli atti amministrativi.
Oggi il Giudice di Pace di Manduria è sotto la spada di Damocle del Ministero, e ciò nella colpevole inerzia di chi ci governa. La nostra associazione stigmatizza la condotta dei sindaci, che, laddove dovesse portare alla chiusura del presidio di giustizia, sarebbe fonte di grave responsabilità politica.
Il mantenimento dell’Ufficio di Manduria è un atto doveroso. Nella sciagurata ipotesi di chiusura del presidio, il sindaco di Manduria in primis, e quelli di Avetrana, Maruggio e Sava saranno pronti ad ammettere il colpevole fallimento sul tema e a rassegnare le dimissioni, sull’evidente presupposto di grave inerzia della politica locale?
L’associazione chiede fattive e tempestive risposte. Sull’argomento, il tempo delle belle parole è terminato».











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