L’intervento del sindaco Massafra nell’incontro con Emiliano in occasione della prima riunione della giunta regionale
Un inviato del quotidiano “Il fatto quotidiano” a Manduria per un’inchiesta sul contestatissimo scarico in mare dei reflui del depuratore consortile di Manduria e Sava.
La vertenza in atto da ormai diversi anni nell’area orientale della provincia di Taranto inizia ad interessare sempre più spesso i mass media a respiro nazionale. Dopo aver ospitato le telecamere della trasmissioni televisive “Linea Blu” (già andata in onda) e “Le iene” (andrà in onda in autunno), e dopo il servizio della rubrica del Tg 5 “L’indignato speciale”, a Manduria è arrivato, sempre su invito dell’ambientalista Mimmo Fontana, Lucio Musolino, inviato de “Il fatto quotidiano”. Numerose le interviste realizzate e, di conseguenza, tanto il materiale raccolto, che sarà utilizzato per il servizio che dovrebbe essere pubblicato la settimana prossima.
L’altro ieri, intanto, la prima riunione della giunta regionale a Taranto è stata l’occasione per un nuovo approccio fra il sindaco di Manduria, Roberto Massafra, e il governatore pugliese Michele Emiliano. Al termine del suo intervento, infatti, Emiliano ha incontrato i sindaci, i rappresentanti istituzionali e quelli delle varie realtà sociali e produttive della provincia di Taranto.
«Nel suo intervento il presidente Michele Emiliano ha toccato tutti i temi caldi della nostra terra, ad iniziare naturalmente dall’ILVA e dalle altre attività produttive e industriali in crisi» racconta, dal proprio profilo personale, Roberto Massafra. «Ha fatto cenno anche al problema del depuratore, rimarcando la necessità di discutere di un diverso Piano di Tutela delle Acque che consenta il recupero e non lo sversamento in mare dei reflui».
Argomento su cui si è soffermato anche Massafra.
«Sono intervenuto per ribadire la necessità di un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile per il nostro territorio» sostiene ancora Massafra. «Ma non si può porre rimedio ai guasti di una industrializzazione sbagliata se non vengono preservate le nostre ricchezze naturali, prima tra tutte il mare. Ho anche sottolineato che se il governatore ha, come credo, una vera intenzione di rivedere il Piano Acque, non deve consentire ad AQP di proseguire nella sua azione intimidatoria. Se si vuole veramente trovare una soluzione, si convochi un tavolo serio da cui non ci si alza sino a che non la si trova, piuttosto che scrivere al Prefetto e alla Procura della Repubblica per intimorire i sindaci e le popolazioni, come ha fatto l’amministratore delegato di AQP. Su questo ho ricevuto il plauso anche del Prefetto Guidato, che si è sentito tirare per la giacchetta in modo improvvido».