L’area delle Riserve Naturali e le zone immediatamente confinanti nella morsa degli incendi: l’intervista ad Alessandro Mariggiò
Nell’ultima settimana si è registrato mediamente un rogo al giorno. L’ultimo, quello di lunedì, ha distrutto circa 13-14 ettari di macchia mediterranea e di sterpaglia della Palude del Conte. Le fiamme, alte sino dieci metri, hanno avvolto e distrutto la vegetazione esistente in un’area compresa fra Torre Colimena e Punta Prosciutto. Solo l’intervento dei Fire Boss (decollati da Grottaglie) ha consentito di domare l’incendio, che è poi stato spento dai Vigili del Fuoco e dalle squadre del campo nazionale operativo sperimentale di monitoraggio e prevenzione agli incendi, allocato presso masseria Marina, sede delle Riserve.
«Fortunatamente abbiamo a disposizione, quest’estate, ben 8 squadre di volontari, che partecipano al campo, tutte dotate di mezzi propri» prende atto, sconsolato, Alessandro Mariggiò, direttore delle Riserve Naturali. «Abbiamo volontari appartenenti alla Federazione delle Guardie Ecologiche dell’Emilia Romagna e alla Sezione di Puglia e Basilicata dell’Associazione Nazionale Alpini. Nelle prossime settimane arriveranno anche volontari dal Piemonte. Insieme a loro, vi sono volontari di varie associazioni pugliesi. La nona squadra è composta dagli operai dell’Arif. La loro presenza (4 squadre disponibili al mattino e 4 in serata) è fondamentale per il primo intervento, in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco. La nostra era un’area scoperta da mezzi operativi contro gli incendi, a supporto dei Vigili del Fuoco. Speriamo di poter contare sulla disponibilità dei volontari anche in futuro».
Nonostante la fasce tagliafuoco, già create su indicazione del direttore Mariggiò, l’incendio di lunedì nella Palude del Conte ha provocato ingenti danni al patrimonio boschivo.
«Le fiamme hanno lambito anche la zona del canale di Torre Colimena, in cui sono attraccate delle imbarcazioni. In quella stessa area vi sono delle abitazioni».
Alessandro Mariggiò non ha dubbi sulla natura degli incendi, che hanno interessato anche l’area del Chidro.
«Non riesco a comprendere l’accanimento di quest’anno di questi piromani seriali che sembrano in preda al delirio distruttivo. Godiamo del pronto intervento, per fortuna, ma sono tante le domande a cui non riesco a dar riposta.. Tanti i perchè.. Possibile che nessuno vede niente?».
Intanto il fumo annebbia il cervello, già decisamente poco terso, dei piromani: bruciare le aree verdi non porterà ricchezza, ma solo desolazione e perdite irreversibili di quel patrimonio boschivo e paesaggistico che da solo potrebbe sfamarci, per quanto è bello e ricco da mozzare il fiato.