giovedì 28 novembre 2024


24/07/2015 08:45:38 - Manduria - Attualità

Due operatori volontari della Protezione Civile in ospedale, intossicati dal fumo: uno di loro non ha esitato a spingersi all’interno della zona interessata dalle fiamme per recuperare e trarre in salvo una bambina

 
Uno spettacolo spettrale: circa 20 ettari di macchia mediterranea della Salina dei Monaci andati in fumo in poco più di 5 ore. Due operatori volontari della Protezione Civile in ospedale, intossicati dal fumo: uno di loro non ha esitato a spingersi all’interno della zona interessata dalle fiamme per recuperare e trarre in salvo una bambina (è quello che si vede nella foto). Alcune auto parcheggiate lungo la strada che costeggia la salina carbonizzate. Stessa sorte hanno rischiano le abitazioni di Torre Colimena confinanti con la Salina, fatte sgomberare l’altro ieri dai mezzi di soccorso: circa 30 le persone fatte evacuare a livello precauzionale.
Il giorno dopo è quello della stima dei danni e, purtroppo, anche delle facili polemiche di chi, restando dietro un monitor, dispensa con estrema facilità le responsabilità. Si riapre una vecchia cicatrice: quella della rivendicazione di quel territorio da parte di Avetrana. Dimenticando, in tutto questo, il criminale disegno ordito dai piromani, che hanno colpito ancora con grande lucidità: hanno aspettato una giornata ventosa per appiccare tre o forse quattro focolai nei punti strategici dell’area della Salina dei Monaci.
Per la terza volta in circa due settimane, l’obiettivo dei piromani resta sempre quello delle aree protette. Dopo l’area del fiume Chidro e quella della Palude del Conte, lunedì è stata la volta della Salina dei Monaci. Eppure nessuno vede niente e questa gente (Solo folli? Oppure esecutori di un disegno che punta a smantellare il patrimonio naturalistico di Manduria?) continua a distruggere ettari di macchia mediterranea e canneto restando impuniti.
Fra la gente resta la rabbia, non ancora sopita, e la voglia di reagire.
«E’ stata una giornata triste per il nostro territorio» ha scritto, in un post su facebbok, Giovanni. «Un incendio doloso è sempre da condannare, ma quando questo avviene in una riserva naturale, lo si deve considerare un attentato non solo alla natura, ma anche alla vita stessa. Questi criminali devono pagare perchè non sono degni di stare in una comunità che faticosamente sta costruendo il proprio futuro. E’ ora di riprenderci dallo shock, risollevarci e rimboccarci le maniche, affinchè non ci distruggano l’intero nostro patrimonio».











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