A formularlo, all’unanimità, è il Consiglio Comunale di Manduria, che auspica chiarezza e impegni precisi sul presidio ospedaliero dell’area orientale della provincia
Un invito al governatore Michele Emiliano, al direttore generale della Asl Stefano Rossi, al direttore sanitario generale Maria Leone e al dirigente di presidio Francesco Menza a riferire sulle prospettive del “Marianna Giannuzzi”.
A formularlo, all’unanimità, è il Consiglio Comunale di Manduria, che auspica chiarezza e impegni precisi sul presidio ospedaliero dell’area orientale della provincia.
«Assumano, nel corso di una seduta monotematica del Consiglio, degli impegni precisi, oppure ci dicano altrettanto apertamente quali ulteriori penalizzazioni deve ancora subire il nostro territorio» è riportato nel documento approvato dall’assise, che ha anche deciso di formare una commissione consiliare, al quale affidare l’incarico di recarsi presso il direttore sanitario di presidio per chiedere delle spiegazioni sulle ragioni per le quali «non vengono rispettati gli accordi presi dinanzi al direttore generale, ai consiglieri regionali Turco e Morgante e al comitato “Pro Giannuzzi”».
Il Consiglio Comunale, preoccupato per la chiusura (al momento annunciata come temporanea) dei servizi di Nefrologia e di Pediatria, pone sette quesiti, per i quali spera di avere delle risposte esaustive da parte dei referenti istituzionali.
«Quali sono le motivazioni che hanno indotto la direzione generale a scegliere un reparto piuttosto che un altro?» è il primo quesito. «Come mai solo quest’anno è nato il problema della necessità di fruizione delle ferie? In base a quale criterio si afferma che disattivando completamente posti letto, specialmente quando questi sono di terapia semintensiva (dialisi e nefrologia) si riescono a garantire livelli essenziali assistenziali uguali o addirittura migliori? Come mai il piano di riordino ospedaliero in vigore considera il “Giannuzzi” un ospedale di primo livello con mantenimento delle specialità già preesistenti e con aggiunta di posti letto di riabilitazione neurologica e pneumologica, mentre oggi assistiamo ad un taglio di posti letto che pone il presidio a rischio di chiusura? Come mai la Provincia di Taranto, con la complicità dei sindacati di categoria e della conferenza dei sindaci, non si è opposta con tutte le forze contro un ulteriore taglio di posti letto, già carenti in questa provincia e ampiamente al di sotto del limite previsto dal Ministero della Salute di 3,5 posti per mille abitanti? Come è possibile non tenere presente che nel periodo estivo il nostro ospedale dovrebbe essere rinforzato sia nel personale che nei mezzi economici e non, in quanto la popolazione residente si triplica con l’arrivo di turisti e fruitori della nostra costa?».