Ad aver avuto questa intuizione è Silvia Mancini, che ha allestito il laboratorio “Pizzi e sfizi” in vico Calò, nel cuore del centro storico della città
Un laboratorio artigianale di pizzi e merletti per salvare le tradizioni delle precedenti generazioni e per stimolare le ragazze d’oggi, per quali il ricamo potrebbe trasformarsi anche in una opportunità lavorativa.
Ad aver avuto questa intuizione è Silvia Mancini, dinamica signora manduriana, la quale, sfruttando anche i benefici previsti da un bando del Gruppo d’Azione Locale “Terre del Primitivo”, ha allestito il laboratorio “Pizzi e sfizi” in vico Calò, nel cuore del centro storico della città.
«L’idea di creare questo laboratorio risale ad alcuni anni fa, quando, in occasione della manifestazione “Androni Aperti”, dedicata in quell’anno all’artigianato, all’interno di palazzo Pasanisi furono esposti pizzi, merletti e ricami realizzati da donne manduriane» ci racconta Silvia Mancini. «L’aver trovato tante donne dalle mani d’oro per l’allestimento della mostra e l’apprezzamento del pubblico mi esaltò e nello stesso tempo mi fece riflettere: quante possibilità di lavoro c’erano ancora in questo campo per donne che erano e sono disoccupate, ma anche quanta la poca visibilità e la commercializzazione di così splenditi manufatti!
Inoltre le signore lamentavano l’impossibilità di aprire singolarmente un punto vendita o di riunirsi in un unico luogo dove lavorare, insegnare e vendere ciò che realizzavano. Bisognava mettersi in gioco!».
Dall’idea al progetto: ora “Pizzi e sfizi” è una realtà.
«Spero che ora che l’idea è divenuta realtà possa effettivamente essere di stimolo alle nuove generazioni per avvicinarsi a queste antiche arti e perpetrarle nel tempo, sia per tramandare la nostra cultura che per trarre da essa un’attività lavorativa antica ma attuale, perché “il bello non muore mai”» sostiene Silvia Mancini. «Possedevo un locale nel centro storico, a mio parere luogo ideale per aprire un laboratorio artigianale, perché in tema con il luogo e perché poteva essere un richiamo anche per i tanti turisti che visitano la nostra città e che non trovano nessuna tipicità da portar via come ricordo. Colsi al volo un bando del GAL per far fronte alle molte spese occorrenti, sostenuta nell’idea da tante amiche».
Nel laboratorio sono esposti pizzi in filet e tombolo, arte antichissima, ma che solo Nella Mero ancora realizza ed è ansiosa di insegnare; chiacchierino realizzato da Rina Ponno e Monica Marasco; uncinetto realizzato da Fiorillla Selvaggi; ceramiche, come complemento d’arredo, del ceramista grottagliese Oronzo Bromo; arredi dell’antiquario Leonardo Dinoi.