mercoledì 27 novembre 2024


04/09/2015 17:32:13 - Manduria - Attualità

L’intervista rilasciata dal consigliere regionale manduriano prima dell’incontro di stamani a Bari

 
«Non posso credere che, nel 2015, non esistano tecnologie e idee che consentano un’alternativa al recapito finale in mare dei reflui di un depuratore».
Il consigliere regionale Luigi Morgante promette il proprio impegno per ricercare, insieme agli altri colleghi espressi dalla provincia di Taranto, una soluzione alternativa allo scarico in mare.
«Sono contento del deciso cambio di posizione del Pd su quest’argomento» è la premessa di Morgante. «Rispetto alla scorsa legislatura, noto con piacere l’impegno del capogruppo Mazzarano in questa vertenza. E’ importante che si faccia quadrato e che tutti insieme si intraprenda questa battaglia, finalizzata a difendere un bene prezioso qual è il mare. Battaglia che mi ha visto sempre impegnato in ogni sede istituzionale e in qualsiasi ruolo pubblico da me ricoperto. E’ un problema che riguarda il territorio: la sua economia e la salute dei cittadini».
«La differenza rispetto ai tavoli tecnici del recente passato? Innanzitutto» fa rilevare Morgante, «è cambiato il governatore e, insieme ad esso, l’intero Consiglio Regionale. Non dimentichiamoci che l’Aqp è un ente controllato dalla Regione Puglia, che sino a qualche mese fa è sempre stato in linea con le indicazioni del governatore Vendola. Credo che alla base di questo accanimento ci sia proprio la posizione di ostilità verso il territorio da parte di Vendola. Un esempio? Che senso ha avuto firmare il progetto esecutivo del depuratore il 25 maggio, qualche giorno prima, ovvero, dell’insediamento del suo successore? Non sarebbe stato più logico lasciare questa incombenza ad Emiliano?».
Morgante, insomma, punta sul rispetto degli impegni assunti da Emiliano in campagna elettorale e sulla compattezza del gruppo dei consiglieri regionali tarantini sull’argomento.
«E’ un problema che va risolto, anche perché non riguarda solo Manduria e Avetrana. Riguarda anche Nardò e presto riguarderà altri centri della Puglia in cui si realizzeranno nuovi depuratori. Come risolverlo? Innanzitutto, se c’è la volontà, si può andare in Consiglio e modificare l’articolo del Piano di Tutela delle Acque in cui si stabilisce l’obbligo dello scarico a mare dei depuratori. Il recapito alternativo? Deve essere l’Aqp ad indicarci l’alternativa e non certamente i comitati in lotta. Loro dispongono dei tecnici per fornirci la soluzione. Se c’è buon senso e ad esso si accompagna la volontà politica, riusciremo ad evitare lo scarico in mare».










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