mercoledì 27 novembre 2024


06/09/2015 09:52:39 - Manduria - Attualità

La novità rispetto al passato è la volontà politica, trasversale, di bloccare lo scarico in mare

 
Rinvio di un mese dell’inizio dei lavori del depuratore (dal 15 settembre al 15 ottobre) e costituzione di un tavolo permanente per vagliare, con uno spirito diverso, tutte le soluzioni alternative allo scarico in mare dei reflui depurati, alla luce di una volontà politica radicalmente differente rispetto al passato.
Sono i due risultati ottenuti nell’incontro di ieri in Regione sulla vertenza-depuratore. Vi hanno partecipato il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Michele Mazzarano (che lo ha promosso), l’assessore ai Lavori Pubblici e Infrastrutture della Regione Puglia Giovanni Giannini, il capo di gabinetto del governatore Claudio Stefanazzi, la consigliera della quinta commissione consiliare (che si occupa di Ecologia, Tutela del Territorio e delle Risorse naturali) Viviana Guarini (M5S) e i consiglieri regionali della provincia di Taranto Donato Pentassuglia (Pd), Marco Galante (M5S), Francesca Franzoso (Forza Italia), Giuseppe Turco (Puglia per Emiliano), Renato Perrini (Oltre con Fitto) e Luigi Morgante (Movimento Schittulli – Area popolare).
«Siamo partiti da un dato di fatto fondamentale: a differenza del passato, tutti i partiti rappresentati nell’incontro di ieri mattina hanno manifestato la loro contrarierà alla scelta originaria del recapito finale del depuratore» sono le parole del consigliere regionale manduriano, Luigi Morgante. «L’Acquedotto Pugliese deve prenderne atto. Proprio partendo da questa volontà, ieri è stato dato il via ad un percorso condiviso, che avrà come obiettivo finale quello di evitare lo scarico in mare.
Abbiamo ottenuto di congelare per un altro mese l’avvio dei lavori del depuratore (non solo, quindi, della condotta sottomarina), proprio per avere il tempo di valutare, con maggiore serenità rispetto al passato, le tante proposte alternative già articolate».
Proposte che, però, erano state sempre definite irricevibili dall’Acquedotto Pugliese.
«La volontà politica è diversa. L’Acquedotto Pugliese questo lo sa. Per cui, tenendo comunque presente che c’è la determinazione a modificare il Piano della Tutela delle Acque, si può partire da una soluzione, magari poi emendandola e migliorandola, per trovare quella definitiva. Abbiamo chiaramente anche chiesto che i tecnici dell’Acquedotto Pugliese contribuiscano costruttivamente in questo percorso, che ha come unico fine quello di tutelare il territorio.
Tante cose sono, insomma, cambiate e quello di Manduria può diventare un progetto pilota che ritornerà sicuramente utile per tutte le altre comunità che stanno lottando per difendere il proprio mare».
Il tavolo si riunirà nuovamente mercoledì prossimo.











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