Agli studenti e agli appassionati è offerta la possibilità di parteciparvi
La scelta dell’area del parco archeologico da indagare non è stata causale. Concordata con la Soprintendenza, cui è affidata la direzione degli scavi, è una zona che ha registrato, nel corso dei secoli, la presenza di diversi popoli e, quindi, di differenti culture. Oltre ad essere stata scelta dai Messapi, questa zona si è rivelata, nella storia, anche una sorta di confine fra l’avanzata dei Longobardi e la presenza dei Bizantini. Dal sottosuolo, dovrebbero spuntare le testimonianze di varie fasi di insediamenti dell’alto Medioevo.
«Dopo il periodo romano, gran parte delle aree che si trovano all’interno del perimetro del parco archeologico di Manduria sono state dismesse» afferma l’archeologo Valentino De Santis, che ha diretto la prima giornata di scavi promossa dalle sezioni di Manduria e Oria di Archeoclub. «Solo in quest’area nei pressi della cripta di San Pietro Mandurino e in un’altra che si trova nei pressi del fonte Pliniano abbiamo una continuità di insediamenti. Con questi scavi cercheremo di fornire delle risposte sulle frequentazioni storiche, laddove non esistono fonti scritte».
Area che si trova proprio lungo la rete di recinzione del parco, nei pressi della cripta di San Pietro Mandurino e che, in passato, è stata oggetto di qualche saggio.
«Alcuni furono eseguiti quando si è trattato di stabilire la posizione della rete di recinzione del parco» ricorda ancora l’archeologo De Santis. «Anche in quelle circostanze furono individuate delle tracce di frequentazioni».
Il progetto di Archeoclub è stato reso possibile grazie alla sinergia con associazioni (in particolare il Rotary Club di Manduria) e con i privati (ad esempio, con l’azienda di Gregorio Tarentini) e al volontariato di tantissima gente.
«Aspettiamo la partecipazione di studenti e appassionati» è l’appello lanciato dal presidente di Archeoclub di Manduria, Sergio De Cillis, presente agli scavi insieme al referente di Oria dello stesso sodalizio, ovvero Barsanofio Chiedi. «Con l’esperienza dello scavo, potranno apprendere le tecniche dell’indagine archeologica».
Agli studenti sarà offerta la possibilità di acquisire competenze specifiche nel settore, In particolare saranno in grado di capire, attraverso lo studio, il disegno e la catalogazione dei reperti, l’importanza del patrimonio archeologico, divenendo al contempo consapevoli della necessità della sua salvaguardia. Contestualmente la diffusione delle conoscenze acquisite favorirà il senso di appartenenza al territorio ed ai beni culturali che in esso ricadono.