Fortunatamente in quel momento non transitavano né erano parcheggiate automobili, né si trovavano, sul ponte del Chidro, pedoni
Un palo della pubblica illuminazione è caduto, domenica mattina, sulla litoranea, precisamente all’altezza del ponte sul fiume Chidro. Fortunatamente in quel momento non transitavano né erano parcheggiate automobili, né si trovavano, sul ponte del Chidro, pedoni. Le incerte condizioni meteo, poi sfociate nel temporale della serata (che ha colpito soprattutto la zona di Oria e Latiano), hanno probabilmente impedito che la caduta del già pericolante palo della pubblica illuminazione, che ha invaso mezza carreggiata, causasse danni a persone o cose. Se l’episodio si fosse verificato anche una sola settimana prima, quando ovvero i bagnanti erano di più, sicuramente gli effetti sarebbero stati molto più gravi.
«Non è l’unico pericolante in quel punto» ci segnalano alcuni villeggianti, che hanno provveduto a far intervenire gli operatori dell’Ufficio Tecnico del Comune e le unità in servizio della Polizia Municipale, per mettere in sicurezza l’area. «Sempre nelle adiacenze del tratto di litoranea che costeggia il fiume Chidro ve ne sono altri di pali, la cui staticità è ancora più precaria rispetto a quello che è andato giù».
Un esplicito invito, dunque, lanciato agli addetti ai lavori affinchè si intervenga per tempo per evitare tragedie.
A contribuire alla caduta del palo è stato quasi certamente il vento che soffiava l’altro ieri mattina. Di precario, però, oltre ai pali della pubblica illuminazione, c’è anche una parte del ponte, più precisamente quella che si trova verso il mare. Più volte l’ambientalista Mimmo Carrieri ha inviato degli esposti agli organi competenti per chiedere degli interventi di ripristino. Un paio di anni fa, il ponte, durante uno dei mesi invernali, fu anche chiuso al traffico per consentire delle verifiche e i primi interventi urgenti di messa in sicurezza. In un secondo momento, poi, lo stesso Carrieri fece rilevare, con un ampio dossier fotografico, come i cavi dell’impianto di pubblica illuminazione, originariamente interrati, erano ormai scoperti, con il rischio che adulti o bambini potessero incautamente venirne a contatto.
I lavori già eseguiti da un’azienda leccese poco più di un anno fa (tesi al consolidamento del ponte e alla posa in opera di protezioni che possano salvaguardare l’area, che ricade nella Riserva Naturale), probabilmente non sono stati sufficienti. Il ponte sul Chidro e l’impianto di pubblica illuminazione sono stati rifatti oltre venti anni fa. Sarebbe a questo punto consigliabile una verifica completa della staticità dell’opera pubblica e, in particolare, di tutti i pali della pubblica illuminazione.