Si pretendono garanzie sull’eliminazione della condotta sottomarina prima dell’inizio dei lavori
Un nuovo documento ufficiale contro lo scarico in mare del depuratore consortile sottoscritto da consiglieri regionali, sindaci e dai rappresentanti di tutti i comitati impegnati nella vertenza, da approvare prima del 15 ottobre, data prevista per l’inizio dei lavori della struttura di contrada Ulmo. L’assemblea si terrà a Manduria (probabilmente la prossima settimana) e, secondo la proposta avanzata dai Verdi, potrebbe diventare permanente, per sciogliersi se e quando sarà approvato dalla Regione e dall’Acquedotto Pugliese un atto ufficiale (magari una delibera), che prenda definitivamente atto della volontà popolare.
E’ questo l’esito dell’incontro dell’altro ieri sera fra associazioni e comitati che da anni lottano contro la condotta sottomarina. Erano presenti i rappresentanti dell’associazione “Io amo San Pietro in Bevagna”, dell’associazione “Uniti per San Pietro in Bevagna”, dei Verdi di Manduria, del “Comitato per la difesa e la tutela del territorio e del mare di Avetrana”, del comitato “No scarico a mare” di “Erchie”, dell’associazione “Grande Salento”, dell’associazione “Lua”, del movimento “Manduria Migliore” del meetup “5 stelle” di Manduria, dell’associazione “Orgoglio e dignità” e del partito “Fratello d’Italia”.
L’assemblea è stata aperta dagli interventi di Mimmo Fontana e di Pasquale Greco, i quali hanno fatto il punto della situazione. Il docente universitario Mario Del Prete ha ricordato come le alternative al recapito finale in mare sono state formulate, con l’indicazione anche dei costi. Il vice sindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia, ha ribadito la posizione della propria cittadina, ovvero quello di modificare il progetto e, nel contempo, di individuare, per il depuratore, un sito diverso da quello di contrada “Ulmo”.
In diversi altri interventi, è stata sottolineata l’esigenza di passare dalle parole ai fatti. Se è vero che il governatore Emiliano è contrario all’inquinamento del mare, è necessario fermare, con atti ufficiali, i lavori, ricalibrando il progetto. Differenti sono le opinioni su come raggiungere questo risultato. C’è chi sostiene che occorra modificare il Piano regionale del Trattamento delle Acque. C’è chi, invece, ritiene sia sufficiente aggiungere, al progetto, i moduli che prevedano l’affinamento in Tabella 4S, promessi da numerosi anni, ma mai deliberati. Con la sanificazione delle acque, sarebbe vietato per legge il loro scarico in mare.
All’unanimità è comunque ribadita la richiesta di stop ufficiale dei lavori fino all’eliminazione della condotta sottomarina dal progetto.