giovedì 28 novembre 2024


08/10/2015 16:44:28 - Manduria - Attualità

L’allarme lanciato da Sergio De Cillis, presidente di Archeoclub d’Italia

 
«Abbiamo appreso che la Soprintendenza archeologica sta predisponendo in Taranto un nuovo immobile dotato di spazi atti ad ospitare depositi e laboratori di restauro. Se ciò accadrà, vi è il rischio concreto che la sede staccata di Manduria venga chiusa e uffici, laboratorio, personale e reperti prendano la strada del capoluogo, per non fare più ritorno».
Archeclub di Manduria richiama l’attenzione dell’Amministrazione e, più in generale, dell’opinione pubblica sul rischio che la città perde un importante presidio culturale.
Sergio De Cillis, presidente del sodalizio, rimarca, innanzitutto, la chiusura, da circa due anni, della mostra “Oltre le Mura”
«E’ doloroso dover constatare che ciò che è ormai prerogativa di comuni piccoli e piccolissimi, a Manduria sembra ancora un miraggio: l’istituzione di un museo civico. La mostra “Oltre le Mura”, comprendente un vasto campionario di corredi funerari, divisi per genere e per epoche, che di tale museo avrebbe dovuto costituire, negli intendimenti di chi l’allestì, la premessa, è chiusa da quasi due anni» fa notare De Cillis. «Si disse allora che era imminente il suo trasferimento presso l’ex Convento degli Agostiniani, in fase di restauro finalizzato alla creazione di un polo museale. A tutt’oggi, pur essendo i lavori in gran parte terminati, si registrano ritardi ingiustificati nella consegna dell’immobile. In alcuni locali dello stesso giacciono accatastate centinaia di cassette di plastica, contenenti i reperti di “Oltre le Mura” ed altri, che, in tali condizioni, tendono ad ossidarsi e a “collassare” le une sulle altre».
Archeoclub rivolge, quindi, un appello all’Amministrazione.
«Renda al più presto agibile l’ex convento degli Agostiniani o un analogo spazio idoneo per accogliere il Museo Archeologico, coinvolgendo nella progettazione dello stesso, oltre alla Soprintendenza, l’Università del Salento e la Direzione Generale dei Beni Culturali e dei Poli Museali. Il Museo infatti, non deve essere solo conservazione ed esposizione di reperti, ma motore di attività culturali e formative, punto di riferimento per studenti, insegnanti, giovani laureati, studiosi. Le associazioni di volontariato presenti sul territorio e l’Archeoclub in particolare sono sempre pronte ad offrire la propria collaborazione. Qualora i nostri amministratori non fossero particolarmente sensibili alle problematiche di carattere culturale, guardino al museo come ad uno strumento per incrementare quel turismo di qualità che può essere volano di sviluppo per la nostra città e occasione di occupazione per tanti giovani che oggi sono costretti ad emigrare».










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