giovedì 28 novembre 2024


10/10/2015 18:28:12 - Manduria - Attualità

Quanto annunciato dal capogruppo del PD, Michele Mazzarano, è l’unica novità concreta emersa dall’ennesima assemblea di comitati e associazioni mobilitati, da quasi un decennio, contro il recapito finale dei reflui indicato nel progetto: la condotta sottomarina

 
La giunta regionale richiederà all’Acquedotto Pugliese un altro rinvio dell’inizio dei lavori per la costruzione del depuratore consortile.
Quanto annunciato dal capogruppo del PD, Michele Mazzarano, è l’unica novità concreta emersa dall’ennesima assemblea di comitati e associazioni mobilitati, da quasi un decennio, contro il recapito finale dei reflui indicato nel progetto: la condotta sottomarina. Assemblea, aperta dal docente universitario Mario Del Prete, alla quale sono intervenuti cinque consiglieri regionali (oltre a Mazzarano, anche Luigi Morgante, Giuseppe Turco, Viviana Guarini e Cristian Casilli), i sindaci di Manduria (Roberto Massafra), di Avetrana (Mario De Marco) e di Erchie (Giuseppe Margheriti).
«Questa è una terra soffocata e soggiogata dalla grande industria» ha ricordato Mazzarano. «Le sue vocazioni naturali sono state violentate. Siamo stati etichettati come “terra dei veleni” tanto da dover quasi vergognarci ad inserire sulle etichette dei vini il nome della città di Taranto: in molti preferiscono apporvi il brand “Salento”. Questa, dunque, è una battaglia che ha anche un valore simbolico: vogliamo dimostrare che ci può essere un futuro da coniugare anche con il turismo, esplorando tutte le altre potenzialità economiche del nostro territorio.
E’ questa la zona della provincia di Taranto che Michele Emiliano ha frequentato di più e che conosce meglio. Lui ha assunto un impegno, che è poi la base della battaglia che ci vede impegnati tutti quanti. Sono già stati compiuti dei passi in avanti: c’è l’impegno della giunta regionale e del principale collaboratore di Emiliano a modificare il Piano di Tutela delle Acque, essenziale per eliminare la condotta sottomarina».
Si richiederà un’ennesima proroga all’avvio dei lavori, quindi, senza che vi sia una certezza sulle prospettive di questo lungo
braccio di ferro in atto. Si attende il responso del Cnr sulle proposte alternative alla condotta sottomarina già presentate.
«Il Cnr è un ente terzo, che offre maggiore fiducia rispetto all’AQP, poiché non siamo convinti che i rifiuti alle tante soluzioni prospettate siano dettati da motivazioni concrete e riferibili alle norme in vigore, essendoci il dubbio che ci possa essere una chiusura pre-concetta» ha aggiunto Morgante.
Intanto il tempo trascorre inesorabilmente senza che alcun passo concreto in direzione dell’unica via che potrebbe sbloccare la vertenza (iniziativa legislativa per modificare il Piano di Tutela delle Acque, che introduca la possibilità dello scarico al suolo) sia stato compiuto. Se maggioranza e minoranza sono compatti in questa battaglia, cosa si aspetta a produrre una proposta di legge?











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