giovedì 28 novembre 2024


15/10/2015 20:17:28 - Manduria - Attualità

Finalmente un atto politico concreto che potrebbe imprimere una decisiva sterzata alla lotta contro la condotta sottomarina

 
Un ordine del giorno presentato in Consiglio Regionale da ben 18 consiglieri di partiti diversi e rivolto a Michele Emiliano per modificare il Piano di Tutela delle Acque e, di conseguenza, per impedire lo scarico in mare dei reflui del depuratore consortile di Manduria e Sava. Al governatore si richiede «l’impegno di espletare tutti gli atti necessari al fine di procedere alla modifica del Piano, affinchè siano previste soluzioni alternative allo scarico in mare, con il loro riutilizzo a fini irrigui».
Finalmente un atto politico concreto che potrebbe imprimere una decisiva sterzata alla lotta contro la condotta sottomarina. A proporlo, come primo firmatario, il consigliere regionale manduriano Luigi Morgante. Seguono, poi, le firme di altri 17 consiglieri regionali: Viviana Guarini, Michele Mazzarano, Giuseppe Turco, Marco Galante, Francesca Franzoso, Renato Perrini, Cristian Casili, Napoleone Cera, Mauro Vizzino, Andrea Caroppo, Paolo Pellegrino, Antonella Laricchia, Pino Lonigro, Giannicola De Leonardis, Ignazio Zullo, Luigi Manca, Gianni Stea.
«Rappresenta un primo ma fondamentale passaggio per un’alternativa credibile e concreta allo scarico a mare previsto per il depuratore consortile di Sava e Manduria, fortemente avversato dalle comunità interessate e da quanti sono allarmati per l’impatto ambientale e le ripercussioni negative sul turismo» afferma il promotore dell’iniziativa, Luigi Morgante. «Dopo tante dichiarazioni di intenti e promesse, è arrivato il momento degli impegni concreti, dopo gli studi e le proposte di autorevoli personalità del mondo della ricerca» sottolinea ancora. «Per cambiare il finale che sembrava già scritto di questa vicenda, che sarebbe disastroso non solo per i territori interessati ma per l’intera provincia e regione, è doveroso e indispensabile procedere alla immediata modifica del Piano di Tutela delle Acque, come hanno compreso i colleghi consiglieri che ringrazio per la sensibilità e l’attenzione. Solo da lì è possibile partire per arrivare a una non solo auspicabile ma necessaria alternativa allo scarico a mare delle acque reflue, con il riutilizzo delle stesse per uso irriguo» conclude Morgante. «Lo stesso presidente Emiliano ha indicato tra le sue linee programmatiche la necessità di affinamento e riutilizzo delle acque reflue a scopo irriguo, vista anche la situazione in cui versa la Puglia, caratterizzata da continue crisi idriche: è allora arrivato il momento di mantenere gli impegni, nel rispetto delle comunità interessate e della Puglia tutta».










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