mercoledì 27 novembre 2024


15/10/2015 20:23:29 - Manduria - Attualità

Parla Morgante, primo firmatario dell’ordine del giorno

 
Il “no” secco dell’intero Consiglio Regionale alla condotta sottomarina di località Specchiarica può radicalmente cambiare il corso e l’esito della mobilitazione, ormai decennale, in atto in difesa della tutela del mare, patrimonio fondamentale su cui poggia e può ulteriormente crescere l’economia della zona. L’ordine del giorno che impegna Michele Emiliano e la giunta regionale ad apportare una modifica al Piano di Tutela delle Acque, affinchè possa essere previsto uno scarico emergenziale nel sottosuolo in presenza di litorali di particolare pregio ambientale da preservare, potrebbe rappresentare lo “scacco” all’Acquedotto Pugliese, da sempre arroccato rigidamente su posizioni antitetiche rispetto alle volontà popolari.
L’atto del consigliere regionale Luigi Morgante, primo firmatario dell’ordine del giorno poi approvato all’unanimità dal consesso regionale, ha l’effetto immediato di chiudere lo sterile, annoso, confronto con l’Acquedotto Pugliese su basi tecniche: non è compito né della classe politica, né dei comitati ambientalisti individuare soluzioni tecniche alternative. Ma a quest’amo lanciato dall’AQP avevano abboccato sinora tutti: mesi e anni trascorsi a studiare e a inventare alternative alla condotta sottomarina, per poi sbattere puntualmente su un muro di gomma alzato dall’Acquedotto.
Ora la classe politica ha assolto al proprio ruolo: esprimere una volontà, un indirizzo, chiaro, preciso, non più soggetto ad interpretazioni. Toccherà ai tecnici dell’Acquedotto, che hanno le competenze necessarie, trovare le soluzioni migliori. Alla luce, chiaramente, delle determinazioni politiche che saranno assunte, si spera al più presto, dal governatore Emiliano e dalla sua giunta, cui spetta l’onere e l’onore di emendare il Piano di Tutela delle Acque.
«Ho chiesto ad Emiliano, e con me altri 17 colleghi (fra cui i capigruppo di tutti i partiti presenti in Consiglio), l’impegno ad espletare tutti gli atti necessari per procedere alla necessaria modifica del Piano di Tutela delle Acque» ricorda Morgante. «Dopo le posizioni ambigue del passato, le dichiarazioni di intenti e le promesse, e dopo che lo stesso presidente Emiliano aveva indicato tra le linee programmatiche della sua azione di governo la necessità di affinamento e riutilizzo delle acque reflue a scopo irriguo, era ed è arrivato il momento degli impegni e degli interventi concreti, peraltro avallati dagli studi e dalle proposte di autorevoli personalità del mondo della ricerca, a partire dalla immediata modifica del Piano di Tutela delle Acque, come hanno compreso i colleghi consiglieri che ringrazio per la sensibilità e l’attenzione. Dall’altro ieri sera le comunità interessate, il presidente della Regione e AQP sanno di avere un intero Consiglio che non vuole recedere di un millimetro dalla posizione assunta, ed è in attenta e vigile attesa degli sviluppi di questa vicenda. Un intero Consiglio che aspetta lo stop ai lavori per il depuratore e l’elaborazione di nuovo progetto tecnico, comprensivo dei costi da sostenere, da sottoporre all’attenzione e alla valutazione finale dell’aula».










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