mercoledì 27 novembre 2024


22/10/2015 14:48:38 - Manduria - Attualità

Sul futuro dell’Ufficio del Giudice di Pace parla il vice sindaco di Manduria, Gianluigi De Donno

 
Il personale e la struttura che dovrebbe ospitarlo: sono questi i due ostacoli da superare per continuare a mantenere in funzione l’Ufficio del Giudice di Pace di Manduria.
Inizialmente la difficoltà era legata, come già evidenziato in una nota dell’Associazione Forense Messapica dei giorni scorsi, alla carenza di personale in organico, al cui fabbisogno avevano inizialmente provveduto i quattro comuni che hanno dato vita ad un consorzio: Manduria, Avetrana, Maruggio e Sava. Ogni Comune aveva distaccato un proprio dipendente. Prima dell’estate scorsa, però, Avetrana e Maruggio hanno deciso di concedere solo a tempo parziale (sembrerebbe per due giorni alla settimana) i rispettivi dipendenti. Naturalmente l’attività del presidio ne ha risentito.
«Mi risulta che il Tribunale abbia scritto ai due Comuni in questione per chiedere la revoca della delibera con la quale si trasformava da tempo pieno al part time l’utilizzo dei loro rispettivi dipendenti» sono le parole del vice sindaco di Manduria, Gianluigi De Donno. «In effetti, non erano queste le condizioni stabilite nell’atto costitutivo del Consorzio».
C’è di più: il dipendente del Comune di Maruggio (livello D) dovrebbe andare in pensione fra pochi mesi. Quindi, presto, andrebbe sostituito.
«Ora è sorto anche un altro problema» rende noto il vice sindaco De Donno. «Il Comune di Manduria ha raggiunto un’intesa con Ministero degli Interni e Questura per trasferire nell’ex Tribunale il Commissariato di Polizia. Inizialmente, agli uffici della Polizia di Stato erano stati destinati gli ambienti del primo piano della struttura. L’intesa prevedeva anche che i lavori di sistemazione e adeguamento sarebbero stati eseguiti con finanze stanziate dal Ministero. Finanze che sarebbero poi state scorporate dai canoni di fitto che il Ministero avrebbe dovuto versare mensilmente al Comune di Manduria.
Però, recentemente, a seguito del sopralluogo effettuato dai tecnici inviati dal Ministero, ci è stata posta un’altra condizione: si chiede di ospitare in questa struttura anche gli uffici della Polizia Stradale. In tal modo, il Ministero otterrebbe dei risparmi che ritiene indispensabili».
Per ospitare anche la Polizia Stradale, però, bisognerebbe lasciare libera l’area dell’ex Tribunale che attualmente viene occupata dagli Uffici del Giudice di Pace. In altre parole, si profilerebbe un trasloco altrove di questo presidio giudiziario.
Il Comune di Manduria avrebbe individuato una soluzione alternativa: utilizzare alcuni degli immobili sottratti alla mafia.
«Abbiamo iscritto quest’argomento all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio Comunale, che avrà luogo lunedì mattina» prosegue il vice sindaco Gianluigi De Donno. «Noi siamo pronti a mettere a disposizione uno o più immobili sottratti alla mafia. Ma i problemi sono due: innanzitutto occorre reperire le risorse per adeguare gli immobili alle esigenze strutturali dell’Ufficio del Giudice di Pace e, poi, servirebbe eseguire gli interventi di natura edilizia in brevissimo tempo».
Un ostacolo in più, insomma, forse più difficile da superare rispetto a quello che riguarda l’organico dell’Ufficio del Giudice di Pace.
«Abbiamo stimato che gli interventi necessari per adeguare questi immobili richiedano un investimento di circa 300mila euro. Noi (e credo anche il Consiglio Comunale, che lunedì si esprimerà, nella sua interezza), saremmo favorevoli a mettere la nostra parte. A condizione che gli altri tre Comuni del Consorzio siano disponibili a versare la loro quota, calcolata in base agli abitanti».










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